Nella solennità della Pentecoste Francesco ci ricorda il ruolo dello Spirito Santo: lo Spirito: insegna e ricorda quanto Cristo ha detto. Riflettiamo su queste due azioni, insegnare e ricordare, perché è così che Egli fa entrare nei nostri cuori il Vangelo di Gesù.
Nel primo ruolo dello Spirito Santo, ossia quello di insegnare, ci insegna ad affrontare gli ostacoli come quello della distanza, il Vangelo oggi sembra antiquato e non al passo con i tempi spiega il Santo Padre. Viene anche a noi questo interrogativo: cosa può dire il Vangelo nell’epoca di internet, nell’epoca della globalizzazione? Come può incidere la sua parola?
Qui interviene quindi lo Spirito Santo precisa Francesco: Possiamo dire che lo Spirito Santo è specialista nel colmare le distanze, Lui sa colmare le distanze; ci insegna a superarle. È Lui che collega l’insegnamento di Gesù con ogni tempo e ogni persona.
Ma come può riuscire lo Spirito Santo a fare tutto questo? Ci domanda Bergoglio. Facendoci ri-cordare che significa riportare al cuore. Ecco il secondo verbo, ri-cordare. Cosa vuol dire ricordare? Ri-cordare vuol dire riportare al cuore, ri-cordare: lo Spirito riporta il Vangelo nel nostro cuore. Lo Spirito Santo riesce a farci ri-cordare e comprendere come lo fece con gli apostoli che non avevo inteso a pieno le parole di Gesù, ma grazie a lui passarono da una conoscenza ad un rapporto vivo col Signore: lo Spirito a fare questo, a far passare dal “sentito dire” alla conoscenza personale di Gesù, che entra nel cuore.
Senza lo Spirito Santo la fede diventa smemorata avverte il Santo Padre: E noi – proviamo a domandarci – siamo cristiani smemorati? Magari basta una contrarietà, una fatica, una crisi per dimenticare l’amore di Gesù e cadere nel dubbio e nella nostra paura? Guai! Stiamo attenti a non diventare cristiani smemorati. Per non diventare smemorati dobbiamo sempre invocare lo Spirito Santo e possiamo farlo con una semplice preghiera ci spiega Francesco: “Vieni, Santo Spirito, ricordami Gesù, illumina il mio cuore”. E nel recitare la preghiera: apriamo il Vangelo e leggiamo un piccolo passo, lentamente. E lo Spirito lo farà parlare alla nostra vita. Conclude il pontefice.