All’Udienza si conclude la catechesi sull’importanza della Trinità, e si punta l’attenzione sul nostro rapporto con questo dono arrivato direttamente da Dio, lo Spirito Santo.
“ Il primo dono di ogni esistenza cristiana è lo Spirito Santo. Non è uno dei tanti doni, ma il Dono fondamentale-esordisce il Pontefice- senza lo Spirito non c’è relazione con Cristo e con il Padre. Perché lo Spirito apre il nostro cuore alla presenza di Dio. ”
È il dono che lavora dentro di noi e fa maturare la nostra spiritualità, soprattutto durante la preghiera, come afferma il Catechismo: “ Ogni volta che incominciamo a pregare Gesù, è lo Spirito Santo che, con la sua grazia preveniente, ci attira sul cammino della preghiera. Poiché Egli ci insegna a pregare ricordandoci Cristo, come non pregare Lui stesso? Ecco perché la Chiesa ci invita a implorare ogni giorno lo Spirito Santo, soprattutto all’inizio e al termine di qualsiasi azione importante. ”
Lo Spirito Santo come un fuoco che arde dentro il nostro cuore, e il nostro compito, da cristiani, è tenerlo sempre acceso. Ma cos’è questo fuoco lo spiega Papa Francesco.
“ È l’amore, l’Amore di Dio, lo Spirito Santo. Senza il fuoco dello Spirito le profezie si spengono, la tristezza soppianta la gioia, l’abitudine sostituisce l’amore, il servizio si trasforma in schiavitù. ” Ancora e sempre l’amore dunque, il nostro sostegno, quello che ci identifica e ci caratterizza.
E l’amore che solo lo Spirito Santo può portare quando preghiamo, perché pregare a memoria non basta, non conta, bisogna metterci il cuore, e per farlo invochiamolo: “Vieni, vieni Spirito Santo, riscalda il mio cuore. Vieni e insegnami a pregare, insegnami a guardare il Padre, a guardare il Figlio. Insegnami com’è la strada della fede. Insegnami come amare e soprattutto insegnami ad avere un atteggiamento di speranza”.
Un dono del nostro Signore che dobbiamo portare sempre dentro di noi a testimonianza del Suo amore.
Santità Rev.ma, oggi mi ha fatto molto piacere che Vatican News ha pubblicato una Sua lode per il Card. Kasper che io , già quand’era ancora in Germania, apprezzavo molto specialmente la sua teologia. Ho tradotto in tedesco alcune frasi dell’intervista che rilasciò il Cardinale e l’ho pubblicate su Twitter per fare piacere proprio a lui che io ancora tanto stimo. Se non sbaglio anche lui era tra gli alunni del celebre teologo Karl Rahner.
Le devo confessare che quando io traduco lo faccio per aiutare la Sua pastorale con uno sguardo attento alle Sue Encicliche ed alle Sue analisi e proposte secondo i testi sacri per un mondo migliore. Ho ascoltato come sempre la Sua Udienza Generale dove ha parlato dello Spirito Santo e dell’amore che ci dona. Io stesso quando scrivo prego lo Spirito Santo di aiutarmi a spiegarmi bene ed a dettarmi ciò che devo scrivere. Le porgo i miei cordiali saluti e Le confermo tutto il mio apprezzamento.
Gavini Giovanni