L’unità di tutti i cristiani è un cammino possibile e necessario poiché “tutti, in Gesù Cristo, siamo figli di Dio“. I nostri fratelli delle altre chiese cristiane non sono inferiori ai cattolici: “abbiamo la stessa dignità” che ci è data dal comune Battesimo in Cristo.
Con queste parole Papa Francesco nel corso dell’ è tornato sul tema dell’unità dei cristiani, prendendo spunto dalla seconda lettura del giorno (1 Cor 3,23). Nella lettura San Paolo si trova a constatare la divisione della chiesa di Corinto dove i vari predicatori avevano creato dei gruppi autonomi, in modo non differente da quanto poi successe nei secoli successivi con la divisione fra i cristiani.
Tuttavia il Pontefice precisa, facendo proprie le parole di San Paolo, che ritenersi di un gruppo piuttosto che di un altro, di Paolo piuttosto che di Apollo o Cefa, è un “modo di pensare è sbagliato, perché la comunità non appartiene agli apostoli, ma sono loro – gli apostoli – ad appartenere alla comunità“.
Gli apostoli hanno una missione di servizio e non di comando: così anche ai giorni nostri, “coloro che hanno ricevuto un ministero di guida, di predicazione, di amministrare i Sacramenti – continua Bergoglio durante il suo discorso – non devono ritenersi proprietari di poteri speciali, padroni, ma porsi al servizio della comunità, aiutandola a percorrere con gioia il cammino della santità“.
Non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che “la comunità, tutta intera, appartiene a Cristo“! L’unità dei cristiani non è opera degli uomini, essa è opera dello Spirito Santo che però viene minata, viene vanificata dal peccato degli uomini.
In questo senso dobbiamo continuare a pregare il Signore che “ci dia la grazia di lavorare per l’unità della Chiesa, di costruire questa unità, perché l’unità è più importante dei conflitti!” ha quindi concluso il Pontefice “L’unità della Chiesa è di Cristo, i conflitti – invece – sono problemi che non sempre sono di Cristo“.
Tutti, ogni giorno e in qualunque momento dobbiamo ricordarci che siamo un popolo in cammino. Troveremo la montegna da scalare, ma siamo tutti un popolo in cammino verso la redenzione, l’umiltà, la verità, la giustizia.
Siamo un popolo in cammino che ha come denominatore comune l’Amore
abbiamo un grande difetto: cercare di escludere chi non la pensa come noi, chi è diverso da noi e l’nvito del papa è quello di tornare indietro nel tempo per capire che l’origine dei cristiani è una sola e le divisioni successive fanno parte dell’uomo e della sua storia e non certo di Cristo.
Come non condividere quello che il papa dice.
Inoltre rifletto:
Perchè criminalizzare un non credente o uno che ha un’altra fede?
Pensiamo di essere cristiani non di forma ,ma di fatto.
Cosa molto difficile specie nel mondo di oggi.
Allora sarà il nostro esempio a far breccia negli altri cuori.
Non sarà con l’odio che si diffonde la parola di Cristo.
Non c’è coerenza.
Parole sante da diffondere fra i prelati che spesso lo dimenticano