Si è tenuta oggi la di questo Anno Santo: Papa Francesco, nel corso della propria catechesi, ha spiegato la stretta interconnessione tra misericordia e missione. Ciascun cristiano è missionario per il semplice fatto che è naturale, quando si vive una bella esperienza, volerla condividere con gli altri: così quando incontriamo Gesù è naturale volerlo condividere con gli altri, diventando missionari, diventando portatori di Cristo.
“Come cristiani abbiamo la responsabilità di essere missionari del Vangelo. Quando riceviamo una bella notizia, o quando viviamo una bella esperienza, è naturale che sentiamo l’esigenza di parteciparla anche agli altri. – ha infatti spiegato il Santo Padre – Sentiamo dentro noi che non possiamo trattenere la gioia che ci è stata donata: vogliamo estenderla. La gioia suscitata è tale che ci spinge a comunicarla“.
Questa normale esperienza sociale che tutti viviamo ci fa comprendere cosa succede quando “incontriamo il Signore: la gioia di questo incontro, della sua misericordia, comunicare la misericordia del Signore. – ha ulteriormente spiegato Vergoglio – Anzi, il segno concreto che abbiamo davvero incontrato Gesù è la gioia che proviamo nel comunicarlo anche agli altri. E questo non è “fare proselitismo”, questo è fare un dono: io ti do quello che mi dà gioia“.
Se osserviamo il racconto dei primi Apostoli, ha ulteriormente sottolineato il Vescovo di Roma, “dopo il primo incontro con Gesù, Andrea andò a dirlo subito a suo fratello Pietro (cfr Gv 1,40-42), e la stessa cosa fece Filippo con Natanaele (cfr Gv 1,45-46)“. Essi ci dicono che “incontrare Gesù equivale a incontrarsi con il suo amore”, ha aggiunto Francesco, “Questo amore ci trasforma e ci rende capaci di trasmettere ad altri la forza che ci dona“.
È sotto questo aspetto che comprendiamo la stretta interconnessione tra misericordia e missionarietà: “la misericordia che riceviamo dal Padre non ci è data come una consolazione privata, ma ci rende strumenti affinché anche altri possano ricevere lo stesso dono. – ha concluso Papa Francesco – C’è una stupenda circolarità tra la misericordia e la missione. Vivere di misericordia ci rende missionari della misericordia, ed essere missionari ci permette di crescere sempre più nella misericordia di Dio“.
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Santo Padre, era tanto che non riuscivo a piangere, dopo la morte di mio figlio…Lei oggi, con le Sue parole, è riuscito a farmi ancora piangere…sì…piangere per la gioia,…piangere per la commozione,….piangere perchè è come se Lei mi avesse spalancato la porta della Chiesa…alla quale io sono sempre stata fedele, perchè innamorata del mio Signore e della Vergine Maria…Ma questa mia profonda gioia interiore ho sempre fatto molta fatica a riuscirla ad esternare, perchè, sin da piccola, sono sempre stata frenata…in famiglia, dagli amici, dai colleghi di lavoro e…è la verità…dalla Chiesa stessa, che mi ha fatta sentire esageratamente “entusiasta” di questo amore, che cambia la vita e cambia i cuori. E’ incredibile, Santo Padre, ma…per vedermi più accolta e compresa, sono dovuta passare dal dolore atroce della morte del mio unico figlio, per un tumore. Il vedere che, nonostante io avessi il cuore spezzato, desiderassi ugualmente parlare sempre e a tutti, con gioia, del Signore…ha convinto della veridicità del mio cammino di fede…Missionaria…certo…da quando ho aperto gli occhi è ho verificato che DIO è realmente AMORE, AMORE INFINITO, AMORE MISERICORDIOSO…QUANDO SI COMPRENDE LA GRANDIOSITA’ DI QUESTO SENTIMENTO DIVINO…COME SI FA A TACERE…COME SI FA A NON DESIDERARE DI CONDIVIDERE QUESTA FELICITA’???? Sì, missionari, per tutta la vita, perchè non ci sia creatura umana che possa morire senza conoscere questa meravigliosa verità!!! Grazie PAPA FRANCESCO, Le voglio tanto bene…e prego sempre per Lei!
Santo Padre, ci chiedi di essere cristiani responsabili e annunciatori, avere ricevuto la gioia dell’amore di GESU’ e comunicarlo affinche’ altri lo conoscano, lo cerchino, lo accettino (libero arbitrio) e godere della gioia vera anche loro. Non dimentichiamoci il rispetto di GESU’ per noi umani, al suo tempo si “adeguo'” a parlare in parabole, linguaggio comprensibile agli umani dell’epoca, non diede “direttive” ma spiegazioni semplici di come agire se si voleva vivere bene. Il vivere senza regole o contro le regole, crea confusione. Se guidando l’auto di cui ci serviamo tutti, non si rispetta il codice della strada o lo si interpreta a proprio uso e consumo, tutti avremmo incidenti e tanti piu’ giovani morirebbero, pagandone lo scotto tutti, anche chi con impegno quotidiano rispetta le regole sociali derivanti dalla nostra meravigliosa Costituzione Italiana, le regole Cristiane derivanti dal Vangelo, dall’immenso amore di DIO per TUTTI noi umani. Ivana Barbonetti
Prudenza, benignità, razionalità e ONESTÁ siano le guide dell’umanità intera.