“Con la mia visita ho voluto benedire lo sforzo” del popolo colombiano nel processo di riconciliazione per uscire da anni di conflitto interno, che ha prodotto ferite difficili da rimarginare. All’udienza generale di questa mattina, Papa Francesco ha spiegato il significato del suo viaggio in Colombia. Non a caso il motto era “Demos el primer paso”, “Facciamo il primo passo”.
Francesco ringrazia le autorità, i vescovi e soprattutto il popolo della Colombia dicendosi colpito dalla gioia della gente. Ma anche un viaggio per ricevere la testimonianza di questo popolo, “una ricchezza per tutta la Chiesa”, esclama. Un popolo della speranza fotografato nell’immagine dei papà e delle mamme che alzavano i bambini perché il Papa li benedicesse, “ma anche con orgoglio facevano vedere i propri bambini come a dire: ‘Questo è il nostro orgoglio! Questa è la nostra speranza’. Io ho pensato: un popolo capace di fare bambini e capace di farli vedere con orgoglio, come speranza: questo popolo ha futuro. E mi è piaciuto tanto”.
Con la sua visita, Francesco ha voluto “portare la benedizione di Cristo” su quel desiderio di pace, che traspariva dagli occhi delle migliaia e migliaia di bambini e giovani, che hanno riempito la piazza di Bogotá, prima tappa del suo viaggio. Una forza della vita proclamata anche dall’esuberanza della natura. “La Colombia è il secondo Paese al mondo per la biodiversità”, evidenzia. Qui ha incontrato tutti i vescovi del Paese e il Comitato Direttivo della Conferenza episcopale latinoamericana.
Il tema della riconciliazione è stato il grande protagonista nella tappa di Villavicencio. La mattina, la Messa per la beatificazione del vescovo Jesús Emilio Jaramillo Monsalve e del sacerdote Pedro María Ramírez Ramos. Sul sangue di questi martiri uccisi per la fede, e di tanti testimoni della giustizia, si fonda la pace. Per il Papa, “ascoltare le loro biografie è stato commovente fino alle lacrime”, lacrime di dolore e gioia insieme. E dinanzi le loro reliquie, il popolo di Dio ha sentito forte la propria identità, “con dolore” per le “tante, troppe vittime, e con gioia, per la misericordia di Dio”.
“Misericordia e verità s’incontreranno”: il versetto del Salmo dell’udienza contiene la profezia di quello che è avvenuto dopo, cioè il grande incontro per la Riconciliazione nazionale, al quale hanno partecipato vittime della violenza, militari e agenti di polizia, ma pure ex guerriglieri delle Farc. “Parole profetiche”, dunque, incarnate nelle storie di tanti testimoni “che hanno parlato a nome di tanti e tanti, che a partire dalle loro ferite, con la grazia di Cristo” si sono aperti al perdono e alla riconciliazione.
La vita cristiana come vocazione e missione è il tema della tappa di Medellín: quando i cristiani diventano “sale, luce e lievito”, infatti, i frutti sono abbondanti come gli Hogares, le Case dove i bambini feriti dalla vita possono trovare una nuova famiglia, come lui ha visto visitando l’Hogar de San José di Medellín.
L’ultima tappa del Santo Padre è a Cartagena, la città di san Pietro Claver, l’apostolo degli schiavi neri. Il focus è stata la “promozione della persona umana e dei suoi diritti fondamentali”. San Pietro Claver e Santa Maria Bernarda Bütler hanno mostrato “la via della vera rivoluzione, quella evangelica, non ideologica, che libera veramente le persone e le società dalle schiavitù di ieri e, purtroppo, anche di oggi”. In questo senso, “fare il primo passo” significa toccare la carne del fratello ferito, con “il Signore divenuto schiavo per noi”. Ciascun colombiano possa fare il primo passo ogni giorno, con l’aiuto di Nostra Signora di Chiquinquirá, per costruire la pace.
Sua Santità, sul tema verità, mi ha colpito molto la sua dichiarazione secondo la quale in “quella città”il 60% degli stupri sia a opera di italiani. Ovvio, visto che siamo in Italia, ma i i migranti e gli immigrati, lei lo sa bene, non sono più del 10% della popolazione residente in italia, e quindi è facile dedurre che stuprino 4 volte tanto gli italiani. Migranti e immigrati che oltre che essere molto più portati a delinquere, dimostrano animo spregevole perché delinquono contro chi li accoglie. Con quella dichiarazione, Sua Santità, lei ha volutamente compromesso il rapporto con la verità e minato quel poco di cedibilità che ancora aveva.
La chiesa per i poveri non dovrebbe spedire i bollettini postali per vendere i giornalini ai Fedeli. Appena un Fedele fa l’abbonamento a una rivista, l’indirizzo viene trasmesso alle altre riviste che gli mandano a casa il bollettino e una copia omaggio del giornalino dei Francescani di Padova, San Giovanni Rotondo e altri Santuari più importanti che non hanno bisogno di € 20,00. Ho conosciuto i Religiosi dei Santuari in confessione e posso dire che non si abbassano per € 20,00 non è da loro, perché non ne avete bisogno. I giornalini sono una forma di editoria, il numero uno degli editori è l’ultimo massone rimasto, il signor silvio fa gestire gli abbonamenti ai femminelli e ai nemici della Chiesa all’insaputa dei Religiosi e su questo non ci sono dubbi. Si inserisce sui dati si propone con 10.000 abbonamenti, stampa in proprio e dubito molto sui fondamenti espressi. La sua finalità del top è far passare la Chiesa e i Religiosi per taccagni. Non è da noi Cristiani. Neanche i padri di famiglia disoccuppati fanno così.
Caro papa Francesco.
qua non siamo d’accordo come semplice cristiano ignorante mai ho letto sul vangelo di perdonare stupratori, assassini etc semmai prima di morire se chiedono perdonano dei loro peccati poiché portano la condanna sulla loro anima per tutta la vita così in altre religioni come l’indiana se in vita ti sei comportato male rinascerai serpe, topo scarafaggio ecc
Questo augurio di fare il primo passo per la riconciliazione lo chiedo anche per noi Italiani, troppe divisioni, nelle famiglie, nelle parrocchie, nei municipi, ognuno arroccato a “IO HO RAGIONE”____HO SEMPRE FATTO COSI___PERCHE’ CAMBIARE?______NEI MIEI COMPITI E’ FINO A QUI, PERCHE’ AIUTARE PER UN DI PIU’ ?
I figli costano, niente figli.
Gli anziani rompono, case di riposo.
Noi, popolo civile, non facciamo ma aspettiamo, cosa forse ancora molti non lo sanno.
Il Suo viaggio Santo Padre è stato anche il viaggio di ognuno di noi che ha potuto vedere come un popolo può nonostante le difficoltà unirsi nel desiderio della Pace vera, nutrire con forza la speranza che qualcosa in bene possa cambiare. Se si abbraccia il Signore Gesù e la Sua croce da queste sofferenze può certamente scaturire anche la gioia.