È ancora Giovanni Battista il tema principale dell’Angelus, anche in questa terza domenica di Avvento. L’uomo, come racconta il Vangelo di Matteo, è in carcere è ha dei dubbi.
I dubbi di Giovanni Battista sono sulla reale venuta del Messia; lui aspettava un Messia severo, castigatore dei peccatori, mentre quello con cui ha a che fare è tutt’altro. “Gesù ha parole e gesti di compassione verso tutti, al centro del suo agire c’è la misericordia che perdona, per cui ‘i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo‘”.
Per questo motivo manda i suoi uomini a chiedere se si tratta proprio di Lui. Mentre si trova in carcere quindi Giovanni Battista va in crisi ma, sottolinea il Pontefice, “ci meraviglia che ciò accada proprio a Giovanni, il quale aveva battezzato Gesù nel Giordano e lo aveva indicato ai suoi discepoli come l’Agnello di Dio”. Questo è indicativo, dovrebbe metterci in guardia che nessuno è esente dal dubbio, anche la fede più salda può vacillare.
“Giovanni, definito da Gesù il più grande tra i nati di donna (Mt 11,11), ci insegna insomma a non chiudere Dio nei nostri schemi. Questo è sempre il pericolo, la tentazione: farci un Dio a nostra misura, un Dio per usarlo. E Dio è altra cosa”. Dio è diverso da come lo immaginiamo, è “sempre più grande di come lo immaginiamo; le opere che compie sono sorprendenti rispetto ai nostri calcoli; il suo agire è diverso, sempre, supera i nostri bisogni e le nostre attese”.
Questo può accadere anche con gli altri, che noi etichettiamo in un modo diverso da come sono in realtà. Approfittiamo dell’Avvento dunque per lasciarci stupire e uscire dagli schemi. “L’Avvento è un tempo in cui, anziché pensare ai regali per noi, possiamo donare parole e gesti di consolazione a chi è ferito, come ha fatto Gesù con i ciechi, i sordi e gli zoppi”.
BUON NATALE CARO PONTEFICE
AUGURI
CORDIALI SALUTI
MARIA ZAGAMI DA SIRACUSA