Il Santo Padre ha tenuto l’Angelus del 14 luglio 2019 e prima della recita mariana ha deciso di fare un commento sulla parabola del buon samaritano. Il messaggio fondamentale che il Pontefice ha voluto trasmettere in questa domenica è che il vero volto dell’amore è “la misericordia nei confronti di una vita umana in stato di necessità”.
Prima di recitare l’Angelus, il Santo Padre ci ha tenuto a precisare che il buon samaritano dovrebbe essere preso come esempio e che Dio “è misericordioso perché ha compassione”. Deve essere questa quindi la chiave di lettura: di fronte al prossimo in difficoltà ciascuno di noi dovrebbe provare compassione. Il Signore infatti è in grado di “avvicinarsi al nostro dolore, al nostro peccato, ai nostri vizi, alle nostre miserie” e così noi dovremmo diventare capaci di comprendere i bisogni del prossimo e di andare in loro soccorso.
Per l’Angelus il Papa ha deciso di leggere le pagine di San Luca, che secondo le parole del Pontefice possono essere considerate un “modello di come deve agire un cristiano”. Un passaggio cruciale della lettura di oggi è stato amerai il tuo prossimo come te stesso, passaggio chiave perché ci porta a chiederci cosa si intenda con prossimo e quali siano le persone che rientrano in questa definizione.
Gesù ha scelto la figura del samaritano per dimostrare che anche una persona straniera, che non ha ancora incontrato Dio e che non ha mai frequentato la sua casa può provare compassione per il prossimo. Nella parabola si evidenzia anche la critica del Signore circa l’atteggiamento dei giudei, non in grado di porsi nella maniera corretta nei confronti dei samaritani. Tutto ciò porta al messaggio centrale dell’Angelus di domenica 14 luglio, ovvero che dobbiamo evitare l’insensibilità egoistica.
Eccellentissimo Papa Francesco, lo spirito del vangelo aiuta moltissimo nelle relazioni umane a trovare serenità e gioia soprattutto su coloro che hanno saputo o hanno trovato la fortuna nella loro evoluzione di non sbagliare nella vita potendo poi indirizzare la strada agli altri non essendo ciechi o storpi infatti un cieco non può guidare uno storpio altrimenti cadrebbero tutti e due , non è una questione di insensibilità egoistica ma di possibilità fisiche, morali e materiali superiori che non tutti hanno la fortuna di conoscere o di avere