Essere al servizio della vita e della comunione è la missione che Gesù affida agli apostoli nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, come ha spiegato ieri papa Francesco durante l’.
È un impegno al quale siamo chiamati sia a livello individuale, in considerazione del fatto che ogni cristiano è discepolo di Gesù, che collettivo, come Chiesa. È per questo che il Santo Padre ha invitato i fedeli presenti dell’Udienza Generale a pregare affinché “il Signore, perché renda sempre la sua Chiesa capace di questo santo servizio, e perché ognuno di noi possa essere strumento di comunione nella propria famiglia, nel lavoro, nella parrocchia e nei gruppi di appartenenza, un segno visibile della misericordia di Dio“.
A sua volta, il Vescovo di Roma, ha sottolineato che la misericordia di Dio nasce dalla compassione che Dio stesso prova per noi, compassione che assieme all’amore rende possibile il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Sono la compassione e l’amore, infatti, a muovere Gesù, poiché “Gesù non è freddo, non ha un cuore freddo. Gesù è capace di commuoversi“. È così che vedendo la folla che lo segue, Gesù “si sente legato a questa folla e non vuole che vada via“.
È questa la “vicinanza” di Gesù, è questa la “compassione” di Gesù:infatti, per Gesù la “compassione non è un vago sentimento – ha ulterioremente spiegato il Vescovo di Roma – mostra invece tutta la forza della sua volontà di stare vicino a noi e di salvarci. Ci ama tanto Gesù, e vuole essere vicino a noi“.
Ogni cristiano, dunque, deve prendere esempio da Gesù e non “lasciare nessuno nella solitudine e nel bisogno“: è questo il vero senso della comunione, “Gesù riempie il nostro cuore e la nostra vita del suo amore, del suo perdono, della sua compassione […] affinché discendano la comunione e la pace tra gli uomini e la comunione degli uomini con Dio, perché questa comunione è vita per tutti“.