In occasione della quattordicesima Giornata mondiale contro la pena di morte, Papa Francesco torna a ribadire la propria posizione riguardo la pena di morte, che, oltre che contro Dio è pure inutile così come dimostrano i dati in noatro possesso.
Non è la prima volta che il Santo Padre si esprime in tema e la sua posizione segue quella dei precedenti pontefici i quali già avevano chiarito come la pena di morte sia inamissibile, qualsiasi sia il reato di cui si è macchiato il colpevole.
Francesco, dal canto suo, il passato 22 giugno 2016, ha espresso come la pena di morte è “un affronto all’inviolabilità della vita e della dignità della persona umana che contraddice il disegno di Dio sull’uomo, la società e la sua giustizia misericordiosa“.
La pena di morte, tuttavia, non è solo contraria al progetto di Dio sull’uomo, ma neppure “rende giustizia alle vittime“, come ha espresso il Pontefice. Al contrario, possiamo affermare che la pena di morte “incoraggia la vendetta“.
Per questo, nel proprio videomessaggio al Congresso mondiale contro la pena di morte, il Papa aveva chiarito che “il comandamento ‘Non uccidere’ ha un valore assoluto e riguarda sia l’innocente e il colpevole“.
Al mondo, ormai, sono meno di 20 gli Stati nei quali è ancora in uso la pena di morte, anche se dal punto di vista nominale sono 58 quelli che ancora la prevedono a livello normativo. La maggior parte di questi, a parte l’eccezione degli Stati Uniti, è ubicata in Medio Oriente ed Asia.
Il lato preoccupante, però, è che stiamo assistendo a un “ritorno alla pena di morte” più che ad un abbandono della stessa. Un esempio è il Pakistan, dove nel 2014 è stata reintrodotta. E proprio il Pakistan è l’esempio palese della inutilità della pena di morte come deterrente, neppure contro il terrorismo, come l’attentato di Lahore ha dimostrato.
Lo stato Vaticano ha praticato la pena di morte con metodi molto crudeli fino a quando ha potuto farlo, e l’ha abolita formalmente solo recentemente. Perche’ papa Francesco non parla di questo?