Rientrato in Vaticano dopo il Viaggio Apostolico in Repubblica di Corea, Papa Francesco ha dedicato la prima udienza generale al ricordo del viaggio traendone una riflessione conclusiva sullo stesso.
I due eventi principali della mia visita, la beatificazione di 124 martiri e l’incontro con i giovani – ha detto il Pontefice – mi hanno permesso di presentare la Chiesa come una famiglia che trasmettere alle generazioni future la fede ricevuta dai loro antenati. La memoria dei martiri, che furono in grado di dare la vita per ciò in cui credevano, è un esempio per i giovani di oggi e dà loro ragione di vivere nella speranza.
La Chiesa coreana è nata dalla fede di alcuni fedeli laici che, affascinati dalla sapienza delle Scritture, le hanno studiate e adottate come regola di vita. I loro abitati si ispirarono alla comunità apostolica di Gerusalemme, che condividevano tutto. Per questo ho incoraggiato i cristiani di oggi a essere solidali con i poveri e gli emarginati.
Inoltre, ho avuto l’opportunità di fare appello e una preghiera per la riconciliazione di tutti i figli della terra coreana, che ancora soffre le conseguenze di guerre e divisioni.
Queridos hermanos:
A mi regreso del viaje apostólico a Corea, quiero dar gracias a Dios y a todos los que han contribuido a su realización, especialmente a los Obispos coreanos, a la Señora Presidenta y a las Autoridades locales.
Los dos acontecimientos principales de mi visita –la beatificación de 124 mártires y el encuentro con los jóvenes– me han permitido presentar a la Iglesia como una familia que transmite a las nuevas generaciones la fe recibida de sus antepasados. La memoria de los mártires, que fueron capaces de entregar sus vidas por aquello en lo que creían, constituye un ejemplo para los jóvenes de hoy y les da motivos para vivir con esperanza.
La Iglesia coreana nació de la fe de algunos fieles laicos que, fascinados por la sabiduría de las Escrituras, las estudiaron y las adoptaron como regla de vida. Sus aldeas se inspiraron en la comunidad apostólica de Jerusalén, que tenía todo en común. Por eso, he animado a los cristianos de hoy a ser solidarios con los más pobres y marginados.
Además, he tenido la oportunidad de hacer un llamamiento y una oración por la reconciliación de todos los hijos de la tierra coreana, que aún sufren las consecuencias de guerras y divisiones.
Sua Santità, sentite condoglianze per i Suoi cari scomparsi, Le sono vicino con la preghiera. Invoco tutti a pregare per la pace degli esseri umani che patiscono per la guerra, la violenza ed ogni forma di abuso di potere.