Papa Francesco ha incontrato oggi in Piazza San Pietro rappresentanti e membri del Centro Sportivo Italiano, che festeggia i 70 anni dalla fondazione, trasformando l’incontro in un momento di riflessione sull’importanza del gioco per lo sviluppo del cristiano.
È tanto importante, infatti, promuovere “lo sport come esperienza educativa“, non solo laica ma anche cristiana. Anzi tante “società sportive sono nate e vivono “all’ombra del campanile”, negli oratori, con i preti, con le suore – ha commentato Bergoglio – È bello quando in parrocchia c’è il gruppo sportivo, e se non c’è un gruppo sportivo in parrocchia, manca qualcosa“. Lo sport va vissuto “in modo coerente con la comunità cristiana” perché lo sport stesso è “un ottimo strumento missionario, dove la Chiesa si fa vicina a ogni persona per aiutarla a diventare migliore e ad incontrare Gesù Cristo“.
Lo sport, ha continuato il Santo Padre, non è solo un gioco ma sprona chi lo pratica a mettersi in gioco: “mettervi in gioco nella ricerca del bene, nella Chiesa e nella società, senza paura, con coraggio ed entusiasmo. – ha aggiunto il Vescovo di Roma – Mettervi in gioco con gli altri e con Dio; non accontentarsi di un “pareggio” mediocre, dare il meglio di sé stessi, spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre“.
Lo sport è anche una scuola di accoglienza, “nelle società sportive si impara ad accogliere. Si accoglie ogni atleta che desidera farne parte – ha detto il Pontefice – e ci si accoglie gli uni gli altri, con semplicità e simpatia“. Per questo è importante “essere anzitutto persone accoglienti, capaci di tenere aperta la porta per dare a ciascuno, soprattutto ai meno fortunati, un’opportunità per esprimersi” nel gioco, come nella vita perché la maglietta che viene consegnata a ogni membro della squadra ricorda non solo l'”appartenenza alla vostra squadra” ma anche che “siete chiamati a comportarvi da veri atleti, degni della maglia che portate“.
Infine lo sport è “gioco di squadra, che è molto importante per la vita“. Nello sport si impara a non “fare gioco per se stessi“, a non essere individualisti: si impara a “respingere ogni forma di egoismo e di isolamento” ed anzi lo sport diventa proprio “l’occasione per incontrare e stare con gli altri, per aiutarsi a vicenda, per gareggiare nella stima reciproca e crescere nella fraternità“.
“Da capitano vi sprono a non chiudervi in difesa…ma a venire in attacco, a giocare insieme la nostra partita, che è quella del Vangelo – ha quindi concluso Papa Francesco – mi raccomando: che tutti giochino, non solo i più bravi, ma tutti, con i pregi e i limiti che ognuno ha, anzi, privilegiando i più svantaggiati, come faceva Gesù“.
Eccomi.
Sport=accoglienza, solidarietà, disponibilità e amore verso i fratelli, questo dovrebbe essere il biglietto da visita in chi pratica e insegna.. in tutti gli sport.. Grazie Santo Padre.
Giusto si deve giocare la partita della vita e cercare di vincere ogni ostacolo he si presenta ,con umiltà e coraggio ,grazie papa Francesco le tue parole sono sempre come la luce del giorno,un abbraccio
Io sono un fedele, ho 86 anni ho scritto a Papa Francesco e desidererei saper se la mia lettera con un articolo pubblica si arpa-oria e poi swu word espress, e’ stato ricevuto.Mi harebbe tanto piacere e mi darebbe serenita’. Se fosse possibile poiter raccogliere tutti i prnsieri di >Papa Francesc che vengono pubblicta oneline. Grazi e scusate se chiedo troppo. Grazie. E che Iddio benedica tutti Voi e benedina, con le nostre preghiera il MIO PAPA. enrico sierra
n effetti,ogni buon fedele cristiano ,quando si deve parlare della fede in Gesù ,deve farlo confervore,con gran volontà di spirito,
come farebbe un attleta per vincere la partita della fede cristiana.
Antonio Loscalzo
Caro Papa Francesco,avevo proprio bisogno di queste parole….hanno rinvigorito il mio cuore.Lei è’ un Allenatore Eccellente,ci sta spronando a giocare la partita della vita,altrimenti non sapremo mai se l’abbiamo vinta.
solo chi ti vuole bene ti sprona per il tuo bene.