La Madonna di San Luca ci introduce al concetto di Parola di Dio «viva» e al tempo stesso «tagliente» che fa ardere il cuore, perché ci fa sentire amati e consolati dal Signore. Questa è l’introduzione del Santo Padre allo Stadio Dall’Ara per la visita pastorale a Bologna.
Continuando con il vangelo odierno Papa Francesco cita la parabola dei due figli, che alla richiesta del padre di andare nella sua vigna rispondono: il primo no, ma poi va; il secondo sì, ma poi non va. C’è però una enorme differenza tra il primo figlio, che è pigro, e il secondo, che è ipocrita. Nel cuore del primo, dopo il no, risuonava l’invito del padre; nel secondo, invece, nonostante il sì, la voce del padre era sepolta. Gesù con questa parabola, spiega il Santo Padre, pone due strade davanti a noi, che siamo peccatori, la prima è essere peccatori in cammino, che restano in ascolto del Signore e quando cadono si pentono e si rialzano, come il primo figlio; la seconda è essere peccatori seduti, pronti a giustificarsi sempre e solo a parole secondo quello che conviene.
Questa parabola Gesù la rivolse ai capi del tempo, ma questi nonostante spiegavano tutto, in modo formalmente ineccepibile, da veri intellettuali della religione, non avevano l’umiltà di ascoltare, il coraggio di interrogarsi, la forza di pentirsi. Li accuso così di essere peggio dei pubblicani, persone corrette di allora. Il problema dei capi era quindi l’incapacità di comprendere che la vita secondo Dio è in cammino e chiede l’umiltà di aprirsi, pentirsi e ricominciare.
Cosa dice questo a noi? Chiede il Vescovo di Roma. Che non esiste una vita cristiana fatta a tavolino: la vita cristiana è un cammino umile di una coscienza mai rigida e sempre in rapporto con Dio, che sa pentirsi e affidarsi a Lui nelle sue povertà, senza mai presumere di bastare a sé stessa. La parola chiave è pentirsi: è il pentimento che permette di non irrigidirsi, di trasformare i no a Dio in sì, e i sì al peccato in no per amore del Signore. In definitiva, nel cammino di ciascuno ci sono due strade: essere peccatori pentiti o peccatori ipocriti.
La Parola di Dio scava in profondità, «discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12). Ma la parabola, spiega il pontefice, ci richiama anche ai rapporti, non sempre facili, tra padri e figli. Così i conflitti in famiglia è bene si risolvano con l’incontro che possono diventare stimolo di un nuovo equilibrio.
Infine il Santo Padre conclude il suo discorso con il concetto di tre “P”: la prima è la “Parola” che è la bussola per camminare umili, per non perdere la strada di Dio e cadere nella mondanità. La seconda è il Pane, il Pane eucaristico, perché dall’Eucaristia tutto comincia e che si incontra la Chiesa: non nelle chiacchiere e nelle cronache, ma qui, nel Corpo di Cristo condiviso da gente peccatrice e bisognosa, che però si sente amata e allora desidera amare. L’ultima P è quella dei poveri ancora oggi purtroppo tante persone mancano del necessario. Ma ci sono anche tanti poveri di affetto, persone sole, e poveri di Dio. In tutti loro troviamo Gesù, perché Gesù ha seguito la via della povertà come dice san Paolo nella seconda Lettura: «Gesù svuotò se stesso assumendo una condizione di servo». Il Papa dopo avere espresso il concetto delle tre P fa notare la scritta che il Card. Lercaro amava vedere incisa sull’altare: «Se condividiamo il pane del cielo, come non condivideremo quello terrestre?». Ci farà bene ricordarlo sempre.