Quando era Arcivescovo di Buenos Aires, Papa Francesco scrisse una bellissima preghiera sulle dita di una mano: in verità più che una preghiera vera e propria, si tratta di una guida alla preghiera che utilizza le dita della mano per ricordare i passaggi fondamentali necessari nella preghiera.
La preghiera, infatti, non deve essere una noiosa ripetizione di parole imparate a memoria: la preghiera è un dialogo, è un momento nel quale incontriamo Gesù e parliamo con lui, anche in modo coraggioso come faceva il nostro padre Abramo.
La preghiera non solo è richiedere dei benefici per se stessi e per i propri cari ma anche è dire grazie, a Dio, per quanto si ha ricevuto ed è anche lodare Dio. Così Papa Francesco ha pensato a questa simpatica preghiera per ogni dito della mano.
Il pollice, spiega Bergoglio, è il dito della mano che è più vicino a noi. Questo ci dice che quando preghiamo dobbiamo iniziare pregando per le persone che ci sono più vicine, per i nostri cari, per amici e conoscenti che teniamo vicini a noi nel cuore. Al contempo il pollice è il dito più grande di tutti, e questo ci dice che possiamo iniziare la nostra preghiera con una lode a Dio, l’Altissimo, creatore del mondo che ci ha dato la vita e ha posto a nostro fianco molte persone a noi care che ci aiutano giorno dopo giorno.
Il secondo dito della mano è l’indice: si tratta del dito che si utilizza per indicare le cose, dice il Santo Padre, ma soprattutto del dito che si usa per insegnare, laddove si deve mostrare una cosa, una strada, un percorso, un cammino. Così questo dito ci ricorda di ringraziare tutti quanti ci indicano il nostro cammino, gli insegnanti, i professori, i medici, i sacerdoti, le tante persone che nel corso della vita ci educano, ci insegnano le cose e ci curano.
Il dito medio è invece il dito più grande della mano: in questo modo ci ricorda i grandi di questa terra, i governanti, i capitani d’industria, gli amministratori e i dirigenti cui Dio ha affidato il compito di guidare la patria. Essi hanno bisogno della nostra preghiera di intercessione affinché guidino le genti secondo la volontà di Dio e secondo gli insegnamenti di Gesù. Il dito medio ci ricorda dunque di pregare per loro poiché hanno, a loro volta, bisogno della guida di Dio.
Il quarto dito della mano è l’anulare, il dito delle promessi. L’anulare, infatti, è il dito nel quale si mettono gli anelli, in particolare quello nuziale. Questo dito ci ricorda di pregare per le persone cui siamo legati, facendo qui una preghiera coraggiosa, propositiva per chiedere a Dio le cose che essi necessitano. Non solo, il dito anulare è anche il dito più debole della mano, ricordandoci così di pregare per le persone deboli, per gli emarginati, per coloro che soffrono.
Infine il mignolo è il dito più piccolo di tutti e ci ricorda da un lato di pregare per i più piccoli, per gli ultimi e dall’altro lato che noi stessi siamo piccoli di fronte a Dio. Dobbiamo farci piccoli, dobbiamo farci ultimi affinché a Dio giunga più forte la nostra voce.
Per pregare con le dita di una mano, dunque, iniziamo dalla confessione dei nostri peccati a Dio e dal richiedere perdono, seguiamo con una lode a Dio, per averci dato lavora e per i nostri cati, seguiamo pregando per coloro che ci insegnano il cammino nonché per coloro che ci guidano nel lavoro, nella vita civile, nella vita religiosa. Chiediamo a Dio un aiuto per le persone cui siamo legati e terminiamo facendoci piccoli, come Gesù, che da figlio di Dio si è fatto piccolo fino a morire in croce.
Una preghiera semplice, alla portata di tutti e facile da memorizzare. E’ quella che il card. Bergoglio – oggi papa Francesco – aveva insegnato ai fedeli della sua diocesi di Buenos Aires. Una preghiera costituita da uno schema essenziale: cinque elementi da ripetere “sulla punta delle dita”.
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Peço vossa bênção, peço vossa ajuda para trabalho, paz e saude.
Ho pregato sulle dita della mano: ho ritrovato un po’ di serenita’,
Il Signora rialza chi e’ caduto, Il Signore ascolta la donna dal grembo sterile…
Grazie!