All’udienza del 7 agosto 2024 Papa Francesco ha offerto una profonda riflessione sul tema dello Spirito Santo e il ruolo centrale che esso ha avuto nell’Incarnazione di Gesù Cristo. Questa catechesi si inserisce all’interno del ciclo “Lo Spirito e la Sposa”, dedicato a esplorare come lo Spirito Santo guida il popolo di Dio nell’incontro con Gesù, nostra speranza.
Papa Francesco ha introdotto la catechesi spiegando che dopo aver contemplato l’opera dello Spirito Santo nella Creazione, la riflessione si sposta ora sull’opera della Redenzione, concentrandosi su come lo Spirito Santo ha agito nel Nuovo Testamento, in particolare nel mistero dell’Incarnazione. Il Santo Padre ha ricordato le parole dell’Arcangelo Gabriele a Maria: «Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc 1,35), un momento cruciale che sottolinea come l’incarnazione del Verbo sia avvenuta per opera dello Spirito Santo.
Questa verità di fede, condivisa da tutte le tradizioni cristiane, è stata incorporata nel Credo Niceno-Costantinopolitano durante il Concilio di Costantinopoli nel 381, dove la Chiesa ha proclamato che il Figlio di Dio “si è incarnato per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”.
Papa Francesco ha proseguito spiegando come la Chiesa abbia sempre visto Maria come la Sposa per eccellenza, il modello della Chiesa stessa. Citando San Leone Magno, il Papa ha illustrato il parallelismo tra la maternità verginale di Maria e la Chiesa: «Come è nato per opera dello Spirito Santo da una vergine madre, così rende feconda la Chiesa, sua Sposa illibata, con il soffio vitale dello stesso Spirito».
La Costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II riprende questo concetto, sottolineando come Maria, attraverso la sua fede e obbedienza, generò il Figlio di Dio, e come la Chiesa, seguendo il suo esempio, generi nuovi figli per Dio attraverso la predicazione e il battesimo, sempre per opera dello Spirito Santo.
Il Santo Padre ha poi offerto una riflessione pratica, centrata sui verbi “concepire” e “partorire”, presenti sia nelle Scritture che nell’esperienza di Maria. Proprio come Maria prima concepì Gesù nel suo cuore e nella sua carne e poi lo diede alla luce, anche la Chiesa e ogni cristiano sono chiamati a prima accogliere la Parola di Dio nel cuore, per poi manifestarla attraverso la vita e la testimonianza. Senza questa accoglienza interiore, ogni tentativo di evangelizzazione rimarrebbe sterile.
Francesco ha paragonato l’esperienza di Maria all’esperienza della Chiesa, sottolineando come anche oggi, di fronte a compiti che sembrano al di là delle nostre capacità, possiamo trovare forza nelle parole dell’angelo a Maria: «Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). Questa certezza, se accolta nel cuore, diventa fonte di miracoli nella nostra vita quotidiana.
Appelli alla Pace e alla Giustizia
Papa Francesco ha concluso l’udienza con un accorato appello alla pace, esprimendo la sua preoccupazione per la situazione in Medio Oriente, particolarmente a Gaza, dove la crisi umanitaria si fa sempre più grave. Ha inoltre rinnovato la sua preghiera per l’Ucraina, il Myanmar e il Sudan, sperando che questi popoli possano presto ritrovare la pace tanto desiderata. Infine, ha chiesto preghiere per eliminare le discriminazioni etniche in Pakistan e Afghanistan, specialmente contro le donne.
Il Pontefice ha infine rivolto il suo saluto ai pellegrini italiani presenti e ha offerto un pensiero speciale ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli, esortandoli a trovare speranza e conforto nel volto luminoso del Signore.