Papa Francesco, proseguendo nel proprio ciclo di catechesi sulla speranza cristiana, ha iniziato oggi, durante la , a meditare sulla virtù della speranza alla luce del Nuovo Testamento.
La figura di Gesù e il suo mistero pasquale aprono per noi una prospettiva unica, come indica la lettura biblica che è stata letta durante l’Udienza di oggi. San Paolo, infatti, nella Prima Lettera ai Tessalonicesi, si rivolge alla giovane comunità di Tessalonica, appena fondata e temporaneamente molto vicina alla risurrezione del Signore, e cerca di far capire loro tutti gli effetti e le conseguenze che comporta questo evento unico e decisivo per la storia di ciascuno.
Come allora, anche oggi la difficoltà non è quello di accettare la risurrezione di Gesù, ma di credere nella risurrezione dei morti. Ogni volta che ci troviamo di fronte alla morte, sia la nostra o quella di una persona cara, sentiamo che la nostra fede vacilla, ci chiediamo se c’è vita dopo la morte, o se ci incontreremo con coloro che ci hanno già lasciato.
Paolo, di fronte ai dubbi della comunità, invita a mantenere una forte “speranza della salvezza“. La speranza cristiana è sperare su qualcosa che è già stato compiuto, ma deve essere pienamente realizzato per ciascuno di noi. Pertanto, la speranza ci impone di avere un cuore umile e povero, che sa riporre la fiducia e la speranza solamente in Dio, nostro Signore.
Cari fratelli e sorelle, – ha concluso Papa Francesco durante i saluti – la speranza cristiana è una virtù umile e forte che ci sostiene e non ci fa annegare nelle tante difficoltà della vita; essa è fonte di gioia e dà pace al nostro cuore. Non lasciatevi rubare la speranza! Il Signore vi benedica!
Consideramos ahora la virtud de la esperanza a la luz del Nuevo Testamento. La persona de Jesús y su misterio pascual abre para nosotros una perspectiva extraordinaria, como nos lo sugiere la lectura bíblica que acabamos de escuchar. San Pablo escribe a la joven comunidad de Tesalónica, apenas fundada y temporalmente muy cercana al hecho de la Resurrección del Señor, y trata de hacerles comprender todos los efectos y las consecuencias que este evento único y decisivo comporta para la historia de cada uno.
Como entonces, la dificultad no está en aceptar la Resurrección de Jesús, sino en creer en la resurrección de los muertos. Cada vez que nos enfrentamos a la muerte, ya sea la nuestra o la de un ser querido, sentimos que nuestra fe se tambalea, nos preguntamos si hay vida después de la muerte, o si volveremos a encontrarnos con los que ya nos han dejado. Pablo, ante las dudas de la comunidad, invita a mantener sólida la «esperanza de la salvación». La esperanza cristiana es esperar en algo que ya se cumplió, pero que debe realizarse plenamente para cada uno de nosotros. Por esto, la esperanza nos exige tener un corazón pobre y humilde, que sepa confiar y esperar sólo en Dios Nuestro Señor.
Que el Señor Jesús eduque nuestros corazones en la esperanza de la resurrección, para que aprendamos a vivir en la espera segura del encuentro definitivo con él y con todos nuestros seres queridos. Nos acompañe en este camino la presencia amorosa de María, Madre de la esperanza. Muchas gracias.
Santo Padre, da quando la Rota ha cancellato il mio matrimonio, durato 21 anni, due figli, (giudice venduto, di parte A. T.) non credo più nei Sacramenti, prego solo il buon Dio, ma quale? Faccio presente che mio marito vive con la sua amante collegata con la curia di Napoli dove fornisce medicinali e ha buone conoscenze. L’argomento è scottante, non lo pubblicate? Almeno rispondetemi. Oltretutto , dopo aver speso X difendere questo sacramento oltre 8.000,00 E. Anche il mio avvocato P. M. Donna mi ha abbandonata, corrotta…CHE VERGOGNA? Aspetto una risposta, se lo ritenete opportuno vi invio in forma riservata il mio n. Di telefono, resto in attesa?…..forse