Durante il suo recente viaggio apostolico in Belgio, Papa Francesco ha celebrato una Messa toccante, centrata su temi cruciali per la vita cristiana. Partendo dal monito evangelico: «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare» (Mc 9,42), il Papa ha invitato i fedeli a riflettere profondamente sull’importanza di non essere d’ostacolo per i più deboli e i più piccoli.
Nella sua omelia, il Pontefice ha voluto analizzare il Vangelo attraverso tre parole chiave: apertura, comunione e testimonianza.
Apertura
Riguardo all’apertura, Francesco ha ricordato l’episodio del libro dei Numeri in cui due uomini, Eldad e Medad, profetizzano nonostante non fossero stati convocati con Mosè. Mosè risponde con saggezza, dicendo: «Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!» (Nm 11,29). Papa Francesco ha sottolineato come questo episodio ci spinga a riflettere sull’importanza di accogliere l’azione dello Spirito Santo, che può manifestarsi anche in modi inaspettati.
Anche nel Vangelo, quando i discepoli cercano di impedire a un uomo di scacciare i demoni nel nome di Gesù perché non faceva parte del loro gruppo, Gesù li sorprende con la sua risposta: «Non glielo impedite […] chi non è contro di noi è per noi» (Mc 9,39-40). Questo, ha spiegato il Papa, è un richiamo a non essere rigidi nei confronti dell’opera di Dio, che può agire anche fuori dai nostri schemi.
Comunione
Il secondo tema trattato è la comunione. Citando San Giacomo, Francesco ha ricordato che «le proteste dei mietitori» (Gc 5,4) sono ascoltate dal Signore, così come il grido dei poveri. Ha avvertito che l’egoismo e l’indifferenza creano scandalo, impedendo la carità e schiacciando i più deboli.
Il Papa ha poi denunciato con forza gli abusi, ricordando l’incontro con alcune vittime: «Nella Chiesa c’è posto per tutti, ma non c’è posto per l’abuso. Chiedo a tutti: non coprite gli abusi!». Ha esortato vescovi e fedeli a non nascondere il male, ma a portarlo alla luce e giudicare chi ha commesso tali crimini, ribadendo che «il male va portato allo scoperto, che si sappia».
Testimonianza
Infine, la terza parola chiave: testimonianza. Papa Francesco ha menzionato l’esempio di Anna di Gesù, una figura centrale della Riforma Carmelitana che, con umiltà e carità, contribuì a riportare molti alla fede. «Accogliamo allora con riconoscenza il modello di “santità al femminile” che ci ha lasciato», ha detto il Pontefice, invitando i fedeli a seguire il suo esempio di vita.
Conclusa la sua omelia, Papa Francesco ha invitato tutti a riflettere sul Vangelo della misericordia e sull’importanza di costruire un futuro basato sull’amore e sulla condivisione, perché «senza amore niente dura, tutto svanisce».