Papa Francesco è arrivato al Cairo, in Egitto, in qualità di pellegrino di pace. Nel primo pomeriggio il Pontefice è stato accolto all’aeroporto del Cairo dalla minoranza copto cattolica e cattolica di rito latino, da sempre piuttosto in conflitto con la maggioranza del Paese.
La prima tappa del Pontefice è stata il palazzo Presidenziale, sito nel quartiere di Heliopolis. Francesco ha così fatto visita al presidente Abdel-Fattah Al-Sisi, a cui ha fatto seguito l’incontro (e l’abbraccio) con il Grande Imam di Al-Azhar, la principale rappresentanza sunnita del mondo.
Ai giornalisti presenti sul volo papale, Francesco ha detto che questo suo viaggio in Egitto, della durata di due giorni, sarà l’occasione per riproporre i concetti di unità e fratellanza. Atterrando, Francesco ha detto che il fatto di trovarsi in Egitto è per lui “un grande dono”, e ha aggiunto: “Assisto con sconcerto al fatto che, mentre da una parte ci si allontana dalla realtà dei popoli, in nome di obiettivi che non guardano in faccia a nessuno, dall’altra, per reazione insorgono populismi e demagogia, che certo non aiutano a consolidare pace e stabilità”.
E poi ancora: “Dal male nasce solo male e dalla violenza solo violenza, in una spirale che imprigiona. Non ci sarà pace senza giovani generazioni educate alla pace. E non vi sarà educazione adeguata per i nostri ragazzi se la formazione che offriremo loro non sarà rispondente alla natura dell’uomo, quale essere aperto e relazionale”.
Intervenendo alla Conferenza internazionale per la Pace organizzata dall’Università di Al-Azhar, il Papa ha tenuto a precisare che “in quanto responsabili religiosi tutti noi siamo chiamati a smascherare la violenza che si traveste di presunta sacralità”. “Siamo tenuti a denunciare le violazioni contro la dignità e i diritti dell’uomo – ha aggiunto – e a far emergere i tentativi di giustificare l’odio in nome della religione”.
Francesco si è quindi augurato che le religioni tutte possano convergere su questo, perché è importante ribadire che “la violenza è la negazione di ogni autentica religiosità”.
Io credo in quanto sta’ dicendo il nostro Pontefice in Egitto, nell’impegno che stanno mettendo tutti i responsabili che con Lui stanno partecipando a questo importante incontro per promuovere la pace.——-Io sono una “piccola” donna 70enne, ma’ nel mio “piccolo” sono sempre stata promotrice di dialogo e pace, purtroppo viene interpretato come il parlare di una signora che parla perché sola, una cassiera di un supermercato mi consiglio’ di farmi un cane!!! prego DIO che Tu , Santo Padre , tutti i promotori di pace che sono in Egitto con Te veniate ascoltati, che comprendiamo che tutti, nel nostro piccolo, siamo responsabili di azioni di pace.