L’impegno di Papa Francesco per la difesa dei diritti umani prosegue inarrestabile. L’agenda del Pontefice si arricchisce così di visite e appuntamenti importanti, di idee di viaggio e progetti, non ancora annunciati e tanto meno organizzati, ma che comunque vanno in cantiere in attesa di prendere forma. In questo scenario si introducono gli appuntamenti in Libano e Sudan, in Egitto, Bangladesh, India e Colombia.
In attesa che queste visite vengano organizzate formalmente, stamane Papa Bergoglio ha ricevuto il presidente libanese Michel Aoun. Più tardi, a colloquio ultimato, il primo ministro libanese ha twittato sul suo profilo che il Libano “rappresenta un impegno particolare per Papa Francesco, che risponderà all’invito di venire a visitare il paese dei Cedri”.
Nell’incontro, Michel Aoun ha donato al Papa una statua raffigurante il Gesù bambino di Praga avvolto in un vestito che riprende i colori del Libano. Un’opera, questa, realizzata dalle carmelitane libanesi di Harissa e di Kfarmasshoun. Il bambinello dato in dono è ricoperto da una tunica bianca sulla quale viene raffigurato un cedro, simbolo nazionale del Libano, e da un mantello di velluto rosso filato d’oro ritraente le figure di Notre Dame del Libano e lo stemma di Papa Francesco. Il bambinello, poi, afferra in mano un globo sormontato da una croce d’oro e sfoggia sul capo una corona placcata in oro.
Il Papa, invece, ha regalato ad Aoun un ramo d’olivo in bronzo e le sue tre opere, di cui due esortazioni apostoliche scritte in lingua araba e una enciclica scritta in francese.
Nel corso dell’incontro, “si è parlato delle relazioni bilaterali tra la Santa Sede e il Libano, sottolineando il ruolo della Chiesa nella vita del Paese. Si è quindi espressa grande soddisfazione per l’impegno delle forze politiche nel porre fine alla vacanza presidenziale, auspicando per il futuro del Libano una collaborazione più proficua tra le diverse comunità etniche e religiose”. Tra i temi toccati anche una riflessione sulla delicata situazione in Siria e sull’emergenza profughi che il Libano, va ricordato, sta affrontando in prima linea con un’accoglienza record (qui hanno trovato ospitalità un milione di persone su non più di sei milioni di abitanti).