Papa Francesco celebra la messa dal centro sportivo Kyaikkasan Ground di Yangon in Myanmar: molti di voi sono giunti da lontano e alcuni anche a piedi. Sono venuto come pellegrino per ascoltare e imparare da voi, e per offrirvi alcune parole di speranza e consolazione.
La prima Lettura dal Libro di Daniele ci aiuta a vedere quanto sia limitata la sapienza del re Baldassàr e dei suoi veggenti. Essi sapevano come lodare «gli dèi d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra» (Dn 5,4), ma non possedevano la sapienza per lodare Dio nelle cui mani è la nostra vita e il nostro respiro.
L’interprete definitivo dei misteri di Dio è Gesù. Gesù ci ha insegnato la sua sapienza dando la sua vita sulla croce e non adorando oggetti di valore o poteri politici. Noi possiamo facilmente perdere il senso dell’orientamento. In quel momento è necessario ricordare che disponiamo di una sicura bussola davanti a noi, il Signore crocifisso. Nella croce, noi troviamo la sapienza, che può guidare la nostra vita con la luce che proviene da Dio. Dalla croce viene anche la guarigione. Là Gesù ha offerto le sue ferite al Padre per noi, le ferite mediante le quali noi siamo guariti. So che molti in Myanmar portano le ferite della violenza, sia visibili che invisibili. La tentazione è di rispondere a queste lesioni con una sapienza mondana che è profondamente viziata ma questa non è la strada del Signore.
Quando l’odio e il rifiuto condussero Gesù alla passione e alla morte, Egli rispose con il perdono e la compassione afferma il Santo Padre, nel Vangelo di oggi, il Signore ci dice che anche noi possiamo incontrare rifiuto e ostacoli, ma che tuttavia Egli ci donerà una sapienza. Egli qui parla dello Spirito Santo, per mezzo del quale l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori. Con il dono dello Spirito, Gesù rende capace ciascuno di noi di essere segno della sua sapienza, che trionfa sulla sapienza di questo mondo, e della sua misericordia, che dà sollievo anche alle ferite più dolorose.
Alla vigilia della sua passione, Gesù si offrì ai suoi Apostoli sotto le specie del pane e del vino. Nell’Eucaristia riconosciamo il dono del suo corpo e del suo sangue; noi impariamo anche come trovare riposo nelle sue ferite, e là essere purificati da tutti i nostri peccati e dalle nostre vie distorte. Rifugiandovi nelle ferite di Cristo, cari fratelli e sorelle, possiate assaporare il balsamo risanante della misericordia del Padre e trovare la forza di portarlo agli altri, per ungere ogni ferita e ogni memoria dolorosa. In questo modo, sarete fedeli testimoni della riconciliazione e della pace che Dio vuole che regni in ogni cuore umano e in ogni comunità.
Il Santo Padre infine loda il lavoro del Catholic Karuna Myanmar e della generosa assistenza fornita dalle Pontificie Opere Missionarie, la Chiesa in questo Paese sta aiutando un gran numero di uomini, donne e bambini, senza distinzioni di religione o di provenienza etnica. Posso testimoniare che la Chiesa qui è viva, che Cristo è vivo ed è qui con voi e con i vostri fratelli e sorelle delle altre Comunità cristiane. Vi incoraggio a continuare a condividere con gli altri la sapienza inestimabile che avete ricevuto, l’amore di Dio che sgorga dal cuore di Gesù.
Gesù vuole donare questa sapienza in abbondanza. Certamente Egli premierà i vostri sforzi di seminare semi di guarigione e riconciliazione nelle vostre famiglie, comunità e nella più vasta società di questa nazione. Non ci ha forse detto che la sua sapienza è irresistibile (cfr Lc 21,15)? Il suo messaggio di perdono e misericordia si serve di una logica che non tutti vorranno comprendere, e che incontrerà ostacoli. Tuttavia il suo amore, rivelato sulla croce è, in definitiva, inarrestabile. È come un “GPS spirituale” che ci guida infallibilmente verso la vita intima di Dio e il cuore del nostro prossimo.
Leggendo con spiegazioni chiare il rifiuto che ebbe Gesu’, il Suo avvertimento che avrebbero rifiutato quelli che Lo seguivano, mi sono sentita meno “colpevole” e ridimensionato quanti dentro la Chiesa mi accusavano che stavo sbagliando, Gesu’ era venuto a portare amore e io portavo discordia.!—–Si erano dimenticati che Gesu’ disse che portava amore, ma anche divisioni tra fratelli, madre figlia, suocera ecc., questo a significare che chi voleva camminare nell’amore dietro di Lui si sarebbe diviso da chi voleva camminare ancora con il “piede in due staffe” ho seguendo le tenebre della cattiveria, la malignita’ , la lingua della zizzania.—–Gesu’ disse; chi ama la madre il padre piu’ di me, non e’ degno di me, amare Gesu’ piu’ di loro e’ vero amare, chi meglio di Gesu’ puo’ provvedere al loro bene?—–i genitori dei minori non accompagnati che arrivano anche in Italia sono genitori che amano veramente e gratuitamente, per salvargli la vita rinunciano a “vederli”, rinunciano a essere aiutati nella vecchiaia, rinunciano a quell’amore egoistico che ama solo in cambio di qualcosa.—–