Papa Francesco ha preso spunto dalla Lettura del Vangelo di oggi (Lc 19, 41-44) per una intensa riflessione sulla pace e sulla guerra: ispirato dal pianto di Gesù su Gerusalemme, il Vescovo di Roma ha ricordato come “anche oggi Gesù piange” ogni volta che preferiamo “la strada delle guerre, la strada dell’odio, la strada delle inimicizie“.
Il Santo Padre nella propria omelia ha invitato a non dimenticare come le luci, le feste e i presepi che vedremo adesso a Natale sono un trucco: è “tutto truccato – ha detto Bergoglio – il mondo continua a fare la guerra, a fare le guerre. Il mondo non ha compreso la strada della pace”.
Quando guardiamo alle luci natalizie, alle “feste, alberi luminosi, anche presepi” pensiamo alle “rovine” che generano le tante guerre in atto, alle “migliaia di bambini senza educazione, tanti morti innocenti: tanti!, e tanti soldi nelle tasche dei trafficanti di armi“: questa è la verità che dobbiamo guardare.
“Una volta, Gesù ha detto: ‘Non si può servire due padroni: o Dio, o le ricchezze’. – ha ulteriormente ricordato il Vescovo di Roma – La guerra è proprio la scelta per le ricchezze: ‘Facciamo armi, così l’economia si bilancia un po’, e andiamo avanti con il nostro interesse’.“. I fabbricatori di armi, coloro che fanno le guerre ricevono la maledizione del Signore e questo è scritto nel Vangelo: “C’è una parola brutta del Signore: ‘Maledetti!’. Perché Lui ha detto: ‘Benedetti gli operatori di pace!’. – ha sottolineato il Santo Padre – Questi che operano la guerra, che fanno le guerre, sono maledetti, sono delinquenti. Una guerra si può giustificare – fra virgolette – con tante, tante ragioni. Ma quando tutto il mondo, come è oggi, è in guerra, tutto il mondo!: è una guerra mondiale – a pezzi: qui, là, là, dappertutto … – non c’è giustificazione. E Dio piange. Gesù piange”.
“Ci farà bene anche a noi chiedere la grazia del pianto, per questo mondo che non riconosce la strada della pace. Che vive per fare la guerra, con il cinismo di dire di non farla. – ha dunque concluso Papa Francesco – Chiediamo la conversione del cuore. Proprio alla porta di questo Giubileo della Misericordia, che il nostro giubilo, la nostra gioia sia la grazia che il mondo ritrovi la capacità di piangere per i suoi crimini, per quello che fa con le guerre”.