Perché i bambini soffrono? Papa Francesco nel corso dell’incontro coi giovani presso il Campo sportivo dell’Università Santo Tomas di Manila, durante il Viaggio Apostolico nelle Filippine, parlando a braccio senza seguire il discorso che aveva preparato, che ha consegnato come per letto, ha spiegato che solamente “quando il cuore riesce a porsi la domanda e a piangere, possiamo capire qualcosa“.
Non dobbiamo confondere la forma mondana di compatire con la vera compassione, ha ammonito il Pontefice: infatti “c’è una compassione mondana che non serve a niente! Una compassione che tutt’al più ci porta a mettere mano al borsellino e a dare una moneta. – ha detto – Se Cristo avesse avuto questa compassione avrebbe passato, curato tre o quattro persone e sarebbe tornato al Padre. Solamente quando Cristo ha pianto ed è stato capace di piangere ha capito i nostri drammi“.
Il pianto è il vero elemento che permette la comprensione della sofferenza ma anche la sua condivisione, ovvero la compassione, quella vera, nel senso proprio di soffrire assieme: “cari ragazzi e ragazze, al mondo di oggi manca il pianto! – ha aggiunto il Vescovo di Roma – Piangono gli emarginati, piangono quelli che sono messi da parte, piangono i disprezzati, ma quello che facciamo una vita più meno senza necessità non sappiamo piangere”.
Questo significa che non riusciamo a comprendere la realtà della sofferenza degli ultimi e degli emarginati finché non giungiamo a piangere con loro, a fare nostre le loro sofferenze, come ha fatto Cristo: “Gesù nel Vangelo ha pianto, ha pianto per l’amico morto. Ha pianto nel suo cuore per quella famiglia che aveva perso la figlia. Ha pianto nel suo cuore quando ha visto quella povera madre vedova che portava al cimitero suo figlio. Si è commosso e ha pianto nel suo cuore quando ha visto la folla come pecore senza pastore. Se voi non imparate a piangere non siete buoni cristiani. E questa è una sfida“.
“Certe realtà della vita si vedono soltanto con gli occhi puliti dalle lacrime. – ha concluso Bergoglio – Invito ciascuno di voi a domandarsi: io ho imparato a piangere quando vedo un bambino affamato, un bambino drogato per la strada, un bambino senza casa, un bambino abbandonato, un bambino abusato, un bambino usato come schiavo per la società?“
“Questa è la prima cosa che vorrei dirvi: impariamo a piangere, come lei [Jun] ci ha insegnato oggi. Non dimentichiamo questa testimonianza. La grande domanda: perché i bambini soffrono?, l’ha fatta piangendo e la grande risposta che possiamo dare tutti noi è imparare a piangere“.
è vero: una persona può studiare tutti i libri che vuole, può girare il mondo intero e navigare a destra e a sinistra ma se non soffre non capisce niente, perché il dolore fa parte della vita, il dolore è utile, non possiamo vivere la gioia se non abbiamo accettato il dolore e non abbiamo pianto. Gesù ha accettato il calvario, ha accettato gli sputi e le sassate che gli arrivavano da tutte le parti, ha accettato la morte e la sepoltura, ma quando è risorto e ha rivisto i suoi amici non gli ha detto niente perché l’accettazione del dolore l’aveva portato alla felicità. il desiderio che Dio ha per noi è la nostra felicità, perché siamo stati creati dal Signore per essere felici. per quanto mi riguarda ho soffeto tantissimo e l’ho accettato, ho portato la croce come un cristiano qualsiasi, ho i miei alti e bassi come tutti, ma sono una persona felice.
Ci dobbiamo prodigare per la pace, e un mondo migliore, con la preghiera, facendo di tutto per si che i bambini possano vivere felicinella la loro vita, famiglia, spesso divise da vari motivi, come guerra ,fame ,aborto e via di seguito, sforzandoci a costruire un mondo dove tutti stare bene.
Una Poesia per San Francesco, da cui Papa Francesco ha probabilmente preso un po’ dell’infinità bontà…
di Lido Pacciardi
Canzone per Francesco d’Assisi
(ogni 4 Ottobre)
Una poesia per bambini e… per San Francesco. Nel suggestivo mito della sua vita e nella sua storica opera al servizio dell’amore e della compassione per i diversi e i più miseri. Un animo grande e colmo che ha scoperto il divino in ogni minimo e più semplice dettaglio della Natura e della vita, comprendendo nell’intimo il valore delle cose più umili e del meraviglioso e terribile mistero dell’esistenza…
O bel fraticello d’Assisi
vestito di poveri stracci,
che porti brucianti ed incisi
i segni dei chiodi e dei lacci,
con l’ansia d’amare nel cuore
discendi dai colli ventosi,
donando parole d’amore
ai miseri più bisognosi.
Tu prima poeta, poi santo,
doni l’anima ad ogni cosa:
all’erba, alle stelle ed al pianto,
al fuoco ed all’acqua preziosa.
La voce dal cuore t’arriva,
soave, sincera, festosa,
per ogni creatura ch’è viva,
che vola, cammina, riposa.
Tu colmi, ognor lieto, d’ardore
il giorno più nero e più spento,
cantando le lodi al Signore
pur entro la furia del vento.
Tu cerchi chi muore vivendo,
chi più non ha casa né manto,
chi soffre in silenzio, gemendo,
ed ha consumato anche il pianto;
chi ha perso per sempre il calore
restando nel freddo, più affranto;
chi incontra soltanto il dolore
entro i muri d’un camposanto…
Fraticello pieno di sole,
non rifuggi la malasorte
del lebbroso, che nessun vuole,
ma abbracci pietoso la morte
e bagni la piaga più fonda
e la tocchi senza paura,
col cuore tuo puro che monda,
la lieve carezza che cura.
Fraticello dal grande cuore,
che dona ogni cosa che ha.
Al lupo, che sparse terrore,
sapesti insegnar la bontà.
Ai liberi uccelli del cielo
narrasti la tua buona storia,
dell’ali ti fecero velo,
cantando con te la Sua gloria.
Tu portasti nel S. Damiano,
nell’intima, rustica pieve,
sfiorandole appena la mano,
Chiara bella, come la neve.
Nei boschi scuri della Verna,
fame e freddo il corpo provò.
Pur lieto il tuo cuore all’eterna
Sua luce, d’amor s’incendiò.
Solingo, in angusta caverna,
più volte Lui te visitò.
Ogn’atto è una viva conferma:
il Cristo laggiù ti cercò.
Giunto all’ora tua della morte,
nuda terra t’accolse e abbracciò;
ciò solo volesti in tua sorte,
il cuore alla fin si fermò.
Là sul colle, giù dalle selve,
che ad Assisi fanno corona,
pur gemono meste le belve,
nel pianto che largo risuona.
Tace il vento sulla pianura,
ora che il tuo sepolcro è pronto,
più forte soffre la Natura,
ora che il sole e già al tramonto.
Nell’ombra mite della sera
te ne vai via con i tuoi sogni,
per riscaldarti alla più vera
delle Tre Fiamme che tu agogni.
Giunto al cospetto del Signore
risplenderai di Verità,
là dove cessa ogni dolore,
che fu per te felicità.
Piange la luce della luna,
dell’alte nubi squarcia il velo,
tutte le stelle, una ad una,
paiono spegnersi nel cielo.
Ma n’è risorta una più bella,
che in fronte t’illumina e sta:
è l’esile tua monachella,
che te nel suo cuor porterà.
Ti dona raggiante un sorriso,
che bella la morte ti fa.
S’infiora dell’oro il tuo viso,
a un raggio d’eterna bontà.
Lido Pacciardi
di fronte alla sofferenza dei bambini di fronte alle loro lacrime dovremmo tutti imparare a porgere le nostre mani per asciugare quelle lacrime innocenti per accarezzare le loro pene ..per condividere quel dolore ed invece stiamo diventando sassi inariditi dal nostro egoismo …spesso mi chiedo perchè il Signore permetta queste sofferenze ai più deboli ai più fragili ..spesso mi chiedo perchè il Signore non intervenga direttamente e..sposti ..quel dolore innocente sui colpevoli ma forse c’è nella sofferenza degli innocenti un progetto che la mia mente finita umana non riuscirebbe a capire.. ed allora prego il Signore di darmi la forza per sorreggere la mia rosa blu…prego la Mamma di tutte le mamme di darmi quel coraggio e quella fede che l’accompagnarono sino alla crocifissione del Suo innocente Figlio ..e prego senza sosta affinchè i nostri eterni bimbi trovino una cura per i loro mali !!!
Piangere oggi e’ considerata una debolezza e invece nel pianto si condivide la sofferenza dell’altro,il pianto e’ la manifestazione della sofferenza del disagio che vive l’altro. Condividendo il pinto degli altri condividiamo il dolore e la sofferenza e facciamo sentire la vicinanza a chi soffre. Oggi si ha paura di manifestare i propri sentimenti e disagi ma e’ come se l’uomo sia diventato insensibile e col cuore di ghiaccio di fronte alle lacrime per chi soffre perche’ ha fame, ha freddo o non ha nulla solo lacrime. Dovremmo essere piu’ umani e sensibili, se pensiamo quanto Dio e la Nostra Madre Celeste piange x noi piangeremmo anche noi per consolare ed asciugare il pianto di tanti bimbi che ancora oggi soffrono per i bisogni primari e quanti muoiono di fame. Consolando e asciugando le lacrime agli ultimi curiamo e amiamo Gesù che incontriamo negli ultimi e nei poveri. Non voltiamo la faccia ai bisogni degli altri rimbocchiamoci le maniche per portare agli altri l’amore del Padre con carezze e affetto per chi non ha niente così vedremo nascere sorrisi. Sei il cuore sorride c’è gioia e i figli di Dio devono portare gioia per testimoniare la fede e l’amore del Cristo Risorto portandolo agli altri. Siamo coraggiosi nell’amore e nel costruire pace. Buona giornata.
quanto dolore, Santo Padre…quanto dolore nelle lacrime di quella piccola bimba, durante la sua testimonianza! Sì, è vero…con le lacrime, si dice, non si cambia nulla….ma io la penso come Lei…perchè con le lacrime non potrai trovare forse subito, una soluzione ai problemi di chi soffre….ma nel momento in cui scendono copiose lacrime dai tuoi occhi, perchè anche il tuo cuore soffre nel vedere tanta disperazione….cambi, e come cambi!…cambi nel tuo cuore, lo senti più vivo, più partecipe del dolore degli altri e…chissà…forse ora sarai capace anche di aiutare chi ti chiede aiuto…Bentornato, Caro Papa Francesco.
non solo i bambini soffrono,ma tutti i deboli e gli indifesi.
dopo il pianto, bisogna educare le famiglie oltre alla società che proteggere i bambini è una priorità, oggi anche un’emergenza.
non c’è futuro, se i bambini piangono perchè abusati dagli adulti,
questi bisogna condannarli al pianto eterno