Come incontrare Dio? Questo tema, che è stato più volte al centro delle omelie di Papa Francesco nella Santa Messa in Casa Santa Marta, è stato trattato anche nella riflessione di oggi. Il Santo Padre, commentando le Letture del giorno, e in particolare soffermandosi sulla Prima Lettura (1 Re 19,9a.11-16) ha sottolineato come per incontrare Dio sia necessario stare “in piedi e in cammino” e quindi “entrare in noi stessi” per così “sentire quel ‘filo di un silenzio sonoro’ nel quale Lui ci parla”.
Questo è quanto successe al profeta Elia, come narrato appunto nella Prima Lettura: “per incontrare Dio è necessario tornare alla situazione in cui l’uomo era al momento della creazione: in piedi e in cammino. – ha sottolineato Papa Bergoglio – Così ci ha creato Dio: alla sua altezza, a sua immagine e somiglianza e in cammino. ‘Vai, vai avanti! Coltiva la terra, falla crescere; e moltiplicatevi…’. ‘Esci!’. Esci e vai al Monte e fermati sul Monte alla mia presenza. Elia si mise in piedi. Messo in piedi, esce”.
Però, una volta giunto sul monte, Elia non trova subito il Signore, né tantomeno lo trova nel cammino. Dopo “tanto chiasso, tanta maestà, tanto movimento“, ha commentato il Vescovo di Roma “il Signore non era lì. ‘E dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera’ o, come è proprio nell’originale, ‘il filo di un silenzio sonoro’. E lì era il Signore“. Questo testo biblico ci insegna dunque che “per incontrare il Signore, bisogna entrare in noi stessi e sentire quel ‘filo di un silenzio sonoro’ e Lui ci parla lì”.
Cercare il Signore è un atteggiamento tipico del cristiano: “dobbiamo sempre cercare il Signore. Tutti noi sappiamo come sono i momenti brutti – ha ulteriormente spiegato il Santo Padre – momenti che ci tirano giù, momenti senza fede, oscuri, momenti in cui non vediamo l’orizzonte, non siamo capaci di alzarci. Tutti sappiamo questo! Ma è il Signore che viene, ci ristora col pane e con la sua forza e ci dice: ‘Alzati e vai avanti! Cammina!’.
“Per incontrare il Signore dobbiamo essere così: in piedi e in cammino. – ha dunque concluso Francesco – Poi aspettare che Lui ci parli: cuore aperto. E Lui ci dirà: ‘Sono Io’ e lì la fede diviene forte. La fede è per me, per custodirla? No! È per andare a darla ad altri, per ungere gli altri, per la missione”.
***Grazie***sai..non so come dirlo…Ma il segreto piu’ segreto della mia eternita’,e’ come DIO e io comunichiamo!Una cosa,pero’,la posso descrivere balbettandola..Non e’ sempre allo stesso modo,ma e’ come se,scherzasse piu’ DIO di me. Mentre sono tragica e struggente mi arriva una leggerezza non mia,e la faccio mia,e resta dentro di me, ma solo se ci credo. Insomma, certe volte e’ un “fidati!” con l’occhietto…certe volte. Altre volte..be’ DIO e’ creativo ah ah…trova sempre,sempre un modo************************
Lo Spirito Santo ti riempia*********************************
Isabella
Buenas tardes, Padre.
Es verdad, todo ser humano pasará en mayor o menor medida por estos momentos de desaliento de los que habla en su reflexión de hoy. Todos en un momento de sus vidas descubrirán la oscuridad, el desaliento, la tristeza y la pena. Las adversidades de la vida nos enseñan a valorar los momentos felices que también todo ser humano experimentará alguna vez en su vida. Luego están las excepciones. Creo que lo más importante que debe saber una persona que lo está pasando mal , es que nada es para siempre, el mal se irá y volverá la luz, porque somo hijos de la luz y no de la oscuridad, somos hijos de Dios; El Señor es la luz del alma, si somos capaces de resistir el camino duro que lleva a Dios, habremos vencido al mal, el alma se llenará de valentía para alcanzar la verdad de Jesucristo creando puentes hacia nuestro Dios Padre Todopoderoso, que nos recibirá con los brazos abiertos y una sonrisa que nos hará olvidar todo lo malo que hemos vivido. La luz siempre vencerá a la oscuridad, al igual que el conocimento siempre vencerá a la ignorancia. Muchas gracias Padre.
Saludos