Oggi Papa Francesco ha espresso attraverso un telegramma il suo cordoglio per le vittime della tragedia che ha colpito Genova, provocando la morte di sette persone e la scomparsa di altre due, ancora disperse. Nel telegramma, indirizzato al Cardinale Arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, il Papa ha espresso tutta la sua vicinanza per quanto accaduto con “profonda partecipazione al dolore che colpisce l’intera città”. Papa Francesco ha rassicurato che le vittime e le loro famiglie sono nelle sue “fervide preghiere di suffragio per quanti sono tragicamente morti” e “invoca dal Signore una pronta guarigione per tutti i feriti”. Infine affida “alla materna protezione della Vergine della Guardia”, Patrona di Genova, “quanti sono colpiti dal drammatico evento”. Oggi, inoltre, nella messa alla Casa Santa Marta ha parlato della gioia, non quella effimera e superficiale, ma la gioia che viene dal cuore di un vero cristiano: “Il cristiano è un uomo e una donna di gioia. Questo ci insegna Gesù, ci insegna la Chiesa, in questo tempo in maniera speciale. Che cosa è, questa gioia? E’ l’allegria? No: non è lo stesso. L’allegria è buona, eh?, rallegrarsi è buono. Ma la gioia è di più, è un’altra cosa. E’ una cosa che non viene dai motivi congiunturali, dai motivi del momento: è una cosa più profonda. E’ un dono. L’allegria, se noi vogliamo viverla tutti i momenti, alla fine si trasforma in leggerezza, superficialità, e anche ci porta a quello stato di mancanza di saggezza cristiana, ci fa un po’ scemi, ingenui, no?, tutto è allegria … no. La gioia è un’altra cosa. La gioia è un dono del Signore. Ci riempie da dentro. E’ come una unzione dello Spirito. E questa gioia è nella sicurezza che Gesù è con noi e con il Padre”. Una gioia che viene dal dentro e che riempie la vita dei cristiani e dona luce ai visi dei fedeli. L’uomo gioioso è un uomo sicuro della sua fede, che “Gesù è con noi, che Gesù è con il Padre”. La gioia è un dono, oltre ad essere una virtù, che va trasmessa: “No, perché se noi vogliamo avere questa gioia soltanto per noi alla fine si ammala e il nostro cuore diviene un po’ stropicciato, e la nostra faccia non trasmette quella gioia grande ma quella nostalgia, quella malinconia che non è sana. Alcune volte questi cristiani malinconici hanno più faccia da peperoncini all’aceto che proprio di gioiosi che hanno una vita bella. La gioia non può diventare ferma: deve andare. La gioia è una virtù pellegrina. E’ un dono che cammina, che cammina sulla strada della vita, cammina con Gesù: predicare, annunziare Gesù, la gioia, allunga la strada e allarga la strada. E’ proprio una virtù dei grandi, di quei grandi che sono al di sopra delle pochezze, che sono al di sopra di queste piccolezze umane, che non si lasciano coinvolgere in quelle piccole cose interne della comunità, della Chiesa: guardano sempre all’orizzonte”.
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Questo Papa entra nel nostro cuore perché è vero, perché ama profondamente e perché è vero in ciò che dice! Non si parla più di amore e lui lo fa con tale ardore da stupire per la meravigliosa schiettezza e semplicità. Desidero tanto conoscerlo e spero possa accadere presto .
Sono indicazioni importanti e preziose, da seguire con scrupolo e volonta, perche provengono dal Signore, e il Signore ci ama con una costanza e una profondita unica