“I Mondiali hanno fatto incontrare persone di diverse nazioni e religioni” ha detto Papa Francesco in un tweet su Twitter proprio oggi, sabato 12 luglio 2014, “possa lo sport favorire sempre la cultura dell’incontro” ricollegandosi così, in chiusura del campionato FIFA 2014, al suo videomessaggio in occasione dell’apertura della coppa del mondo 2014 in Brasile.
Lo sport, infatti, “non è solo una forma d’intrattenimento” ha più volte espresso il Santo Padre ma “un’occasione di dialogo, di comprensione, di arricchimento umano reciproco” oltre che “uno strumento per comunicare valori che promuovono il bene della persona umana e contribuiscono alla costruzione di una società più pacifica e fraterna“.
Infatti alla base dello sport, sia agonistico che dilettantistico, vi sono valori come “la lealtà, la perseveranza, l’amicizia, la condivisione, la solidarietà” che non servono solo in campo ma “in tutti gli ambiti dell’esistenza“.
Questi valori, se ci soffermiamo a osservarli, inoltre, sono i valori portanti necessari per “costruire la pace” perché “lo sport è scuola di pace, c’insegna a costruire la pace“.
Una pace che non nasce dal nulla, ma come per lo sport, nasce da un allenamento costante e quotidiano: “per vincere, è necessario allenarsi” così come “nella vita è necessario lottare, “allenarsi”, sforzarsi per ottenere risultati importanti“
Ed è grazie a questo allenamento quotidiano che si costruisce la “cultura dell’incontro“: proprio i giochi di squadra, e tra questi il calcio, ci insegnano a “pensare in primo luogo al bene del gruppo, e non a se stessi. – ha detto il Vescovo di Roma – Per vincere, bisogna superare l’individualismo, l’egoismo, tutte le forme di razzismo, di strumentalizzazione della persona umana e d’intolleranza“.
Infine lo sport ci insegna che non si vince da soli: “nessuno vince da solo, né in campo né nella vita“. Questo significa che il gioco ci insegna a rifiutare la segregazione, il razzismo ma anche l’auto-isolamento e soprattutto ci apre alla cultura del rispetto: “il segreto della vittoria, in campo, ma anche nella vita, – ha infatti concluso Papa Francesco – sta nel saper rispettare il mio compagno di squadra, ma anche il mio avversario“.
È in questa ottica che proprio oggi il Vaticano ha lanciato una nuova iniziativa, collegata all’hastag #PAUSEforPeace, con la quale si vuole chiedere un minuto di pausa per la pace durante la finale della Coppa del Mondo 2014 per ricordare tutte le guerre in corso.
forse non abbiamo capito chi è Gesù Cristo e che non è venuto a fondare una religione! pensateci un attimo.
mettiamola così:- siamo un popolo in cammino!… buona domenica
Anche se le a letto nella sua lingua madre, sono state fatte con amore .La ringrazio per la sua presenza nella mia vita ,buona giornata santo padre.
Se l’Amore non rinasce nei nostri cuori non ci sarà il Desiderio di Cristo,e senza il Desiderio di Cristo c’è solo
Guerra,dentro e fuori di noi.
Questi gesti simbolici forti proposti da questo grande uomo di DIO servono per ricordare a tutta l’umanità quanto sia prezioso il dono della PACE
Riguardo alla martoriata terra di Israele e Palestina nella quale di recente sono stato pellegrino sono molto molto pessimista
l’errore politico è stato fatto nell’immediato dopoguera in quanto per dare giustamente una terra al popolo Ebraico non si è tenuto conto delle popolazioni che da sempre già vivevano in quelle terre è stato come se una sera mentre siamo a tavola un estraneo entrasse in casa nostra e ci dicesse ora questa casa è mia e a voi spetta solo la rimessa ed ora questi due popoli vivono a stretto contatto in una situazione intricatissima anche se impossibile occorrerebbe eliminare il fattore religioso da ambo le parti e partire facendo di Gerusalemme la città oasi di DIO aperta al culto di tutte le raligioni il cui governo politico però dovrebbe essere affidato ad un organismo internazionale.
Se non si attacca alla speranza, ci si attacca al tram.
Scusate per la battuta, avere Speranza non vuol dire da fare ascoltatori e spettatori , cerchiamo a essere praticanti di ciò che ascoltiamo, incominciando da noi stessi senza aspettare che sempre siano altri a iniziare.
non è la prima volta che succede che si fermi la guerra con la preghiera in vera senso della parola.
E se non ci si ricorda anche ai tempi del nazismo nel momento di sport la guerra si fermò. Certo sono dei piccoli momenti. Tante volte si parte dalle piccole cose, per cui sono sempre dei segnali che rimangano. Gesù ci ha promesso che verrà il tempo che il lupo e l’agnello potranno convivere insieme. perchè non crederci? buonanotte
facciamo ridere i polli , un minuto di silenzio, sono vite umane , ci vuole fermare la partita e fare una MESSA li nel campo, approfittando di tanta gente, anche lontana da GESU’ , ci sono di mezzo vite umane , girava tempo fa’ un link che il vaticano avesse entrate da fabbriche belliche , spero non sia vero ma ormai non c’e’ da sorprendersi di nulla in questo mondo
sono totalmente d’accordo. sono anche d’accordo con l’affermazione di papa Francesco in occasione della Sua visita in Terra Santa “chi permette che circolino le armi?”, quale strumento di stragi. Sottoscrivo quindi la necessità di controllare la circolazione di armi, con qualsivoglia mezzo (sit-in, riunioni, messe), a oltranza, a stadi ripetuti e rinnovati durante l’anno in tutti i centri urbani, nei quartieri, ovunque. sottolineo anche il mio totale accordo all’unità tra noi tutti, oltre le disuguaglianze (di razza, cultura, etnia, credo), e che ora più che mai, dovremmo tendere una mano ai nostri fratelli islamici, che vivono nel mondo di inferno nel quale li abbiamo trascinati noi, per odiarci così tanto come ci odiano ora, ed essere contrari ad ogni forma di dialogo con la nostra cultura. mi riferisco a quanto sta avvenendo in Nigeria, ma anche alle guerre in Iraq e Afghanistan, dove il comportamento di noi occidentali ha minato gravemente la coesione umanitaria e costituisce un costo in termini umanitari ma anche economici e a danno di quell’economia reale che non dovrebbe consistere nel produrre e smerciare armi ma tutt’altro.
Grazie
R.