Papa Francesco durante l’omelia di oggi nella chiesa di Santa Marta ha affrontato il tema della distinzione tra peccato e corruzione, tra peccatore e corrotto: il corrotto è colui che vivendo nel peccato si abitua in un certo qual modo a questo e perde il bisogno di chiedere perdono perché, appunto, non percepisce più le sue azioni come peccato. Per questo è importante pregare affinché il nostro cuore rimanga sempre sveglio e sappia riconoscere quando cadiamo in peccato, per non diventare dei corrotti.
Prendendo spunto dalla Prima Lettura di oggi (2 Sam 11,1-4.5-10.13-17) che narra di come il Re Davide si macchiò del peccato di adulterio, innamorandosi di Betsabea, che era sposata con Uria, e di come, per nascondere l’adulterio, si macchiò poi del peccato di omicidio, Francesco ha ribadito che “questo è un momento nella vita di Davide che ci fa vedere un momento per il quale tutti noi possiamo andare nella nostra vita: è il passaggio dal peccato alla corruzione“.
Quando succede questo?, si è dunque chiesto il Santo Padre. Quando pensiamo di poter fare a meno di Dio, facendo affidamento solo su noi stessi, sulle nostre sicurezze. “Qui Davide incomincia, fa il primo passo verso la corruzione. Ha il potere, ha la forza. – ha sottolineato il pontefice – E per questo la corruzione è un peccato più facile per tutti noi che abbiamo qualche potere, sia potere ecclesiastico, religioso, economico, politico… Perché il diavolo ci fa sentire sicuri: ‘Ce la faccio io’“.
E una volta imboccata la strada della corruzione è difficile tornare indietro, perché “il corrotto non ha bisogno di chiedere perdono, non se la sente…“. In questo modo chi è corrotto si auto – esclude la perdono di Dio, perché se sa un lato è vero che “il Signore sempre perdona“, dall’altro lato è altrettanto vero che bisogna riconoscere il proprio sbaglio e saper chiedere perdono a Dio.
“Facciamo oggi una preghiera per la Chiesa, incominciando da noi, per il Papa, per i vescovi, per i sacerdoti, per i consacrati, per i fedeli laici – ha dunque concluso Papa Francesco – ‘Ma, Signore, salvaci, salvaci dalla corruzione. Peccatori sì, Signore, siamo tutti, ma corrotti mai!’. Chiediamo questa grazia”.
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Penso che il puro e innocente nel mondo del lavoro, sia perseguitato per cercare di costruire intorno a lui, delle false apparenze… e questo è triste… chi non ha qualcosa da nascondere… o qualcosa per cui si possa ricattarlo e tenerlo sotto pressione, non puo’ fare nulla … ha le mani e i piedi legati … diventa come <Gesù in croce ….
Si sono verificati errori di trasmissione
Laddove confluiscono divergenze, antagonismi e sempre più frequenti eventi inquietanti, non é possibile comunicare alcun pacato equilibrio, quale fondamentale componente della fede. Silenzi e flemmatica impassibilità non promuovono alcun’armonia, ma estendono solo imbarazzi e dispersioni..Il mondo spiattella sotto gli occhi di tutti il più variegato sfacelo, posteggiato in ogni angolo.
Eppure, persiste
– chi abbonda in gratuite, soverchianti opulenze e chi crepa di miseria ed abusi
– chi si autoperdona e chi soccombe ai privilegi “invisibili”
– chi si avvale di poteri gratuiti e chi subisce i soprusi dei poteri gratuiti.
Le corruttele nascono dai facili, generalizzati “perdoni” E’ ovvio che, a fronte di tali asurde discrasie, ognuno perviene alle proprie conclusioni.
A commedie, coperture e ipocrisie:ZERO.
Io direi piuttosto per la chiesa la differenza tra il giusto e il non giusto, nel senso che è giusto continuare a fare dell’Italia del nord, Piemonte al primo posto, la casa dei bisognosi di tutto il mondo?. togliendo cosi il lavoro , il diritto alla famiglia, il diritto al lavoro di popolazioni che abitano qui da diverse generazioni ? Io sono piemontese da generazioni, non ho più potuto fare figli, la mia generazione si è fermata qui, perchè il posto alle poste era già occupato da immigrati del sud, da muratore c’è solo lavoro per immigrati e altri, i concorsi sappiamo tutti come li fanno in Italia, in fabbrica ero ormai comandato da africani, che non erano neppure igienici, e se abbiamo bisogno dobbiamo andare da assistenti sociali rumene…la lingua Piemontese si è persa, ci stanno togliendo anche i ricordi, nelle scuole del nord ci sono un insegnate su dieci del nord e su 2 alunni su 25 del nord, i sindaci comunisti ci dicono di dare anche le nostre case agli africani, e se volgiamo entrare in graduatoria per pulire i loro gabinetti dobbiamo vendere le case perchè il calcolo di questi sciagurati è che la casa fa solo reddito i 10.000 euro che costa all’anno non li detraggono…?? Ma dove siamo arrivati??? Ma le gente alle guerre li portate voi o ci vanno da soli questi poveri disgraziati che non ne possono piu??? Poi vi lamentate dell’isis