Nella mattinata di oggi Papa Francesco si è recato in . È stato un momento molto toccante della Visita Apostolica in Polonia dove a parlare è stato il silenzio e il ricordo del tanto dolore cui hanno assistito questi luoghi.
Il primo campo di concentramento visitato dal Santo Padre si è stato quello di Auschwitz. Il Papa è entrato nel campo solo, a piedi e in silenzio. All’interno del campo, il Vescovo di Roma ha sostato alcuni minuti, pregando, seduto su una sedia di legno nella “piazza dell’appello”, luogo nel quale i nazisti impiccavano i prigionieri. Quindi, avvicinandosi alla struttura che veniva usata per eseguire le impiccagioni, il Papa ha baciato una delle travi.
Il secondo luogo visitato dal Papa nel campo di Auschwitz è stato il piazzale delle fucilazioni: qui, Bergoglio, dopo aver sostato in preghiera in silenzio, ha incontrato 10 superstiti del campo di concentramento con i quali si è fermato a parlare. Un momento molto toccante è avvenuto al termine dell’incontro, quando un superstite ha donato al Papa una candela, che il Papa stesso ha portato davanti davanti al muro delle fucilazioni.
Successivamente Papa Francesco si è recato nella “cella della fame”, luogo nel quale venivano uccisi i prigionieri lasciandoli senza cibo fino alla morte. Da qui si è recato nella cella 18, dove trovò la morte San Massimiliano Kolbe, il sacerdote che scambiò la sua vita con quella di un prigioniero, padre di famiglia.
Al lasciare il campo, per recarsi in quello di Birkenau, Francesco ha scritto in spagnolo nel libro d’onore del campo: “Señor tem piedad de tu pueblo, Señor, perdón por tanta crueldad. Franciscus 29-VII-2016” che tradotto in italiano significa “Signore abbi pietà del Tuo Popolo, Signore, perdono per tanta crudeltà“.
A Birkenau, campo nel quale trovarono la morte più di un milione e mezzo di prigionieri, Papa Francesco ha sostato, sempre in silenzio e pregando, presso il Monumento internazionale a ricordo delle vittime di Auschwitz-Birkenau, eretto tra le camere a gas 2 e 3 del lager stesso.
Durante la preghiera del Papa, un rabbino ha intonato in ebraico il Salmo 130, De profundis. Infine, prima di lasciare il campo, Bergoglio ha incontrato 25 Giusti delle nazioni, ovvero 25 persone che, in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale, salvarono la vita anche di un solo ebreo dal genocidio nazista della Shoah.