“Cosa é successo a San Francesco quando ha abbracciato il lebbroso? Lo stesso che a Tommaso: la sua vita é cambiata!” termina con queste stupende parole l’omelia di Papa Francesco del 3 luglio presso Santa Marta.
Abbracciare il lebbroso, toccare le piaghe di Gesù come ha fatto San Tommaso cambia la vita degli uomini. Ma toccare la piaghe di Gesù non é un qualcosa di ascetico, di teorico. No, no! Toccare le piaghe di Gesù significa toccare con mano il corpo del nostro fratello che é piagato, che ha fame, che ha sete, che é schiavo, che é nudo, che é umiliato.
Queste sono le piaghe di Gesù oggi, che sono le piaghe della nostra società umana. E queste sono le piaghe che dobbiamo toccare perché la nostra vita cambi. Ma questo, ammonisce Papa Francesco, non si limita all’aiuto specifico ai poveri, agli ultimi, ai derelitti. Certo questo é importante, ma al cristiano é chiesto di più.
Il cristiano non é un filantropo o meglio non é solo un filantropo. Quello che Gesù chiede ai cristiani é di toccare le sue piaghe non solo con la mano ma soprattutto con il cuore.
Dobbiamo toccare le piaghe di Gesù, dobbiamo carezzare le piaghe di Gesù, dobbiamo curare le piaghe di Gesù con tenerezza, dobbiamo baciare le piaghe di Gesù, e questo letteralmente.
Solo allora la nostra vita cambierà così come successe a San Francesco quando ha abbracciato il lebbroso, così come successe a San Tommaso quando toccò le piaghe dei chiodi della crocefissione del Cristo risorto. Solo allora riusciremo davvero a conoscere Gesù Cristo, poiché non esiste altra via per giungere a conoscere Gesù che questa. La pura e sola meditazione infatti é una via pericolosa, che rischia di farci smarrire e comunque porta a Dio ma non a Gesù. Per giungere a conoscere appieno non solo Dio ma anche Gesù dobbiamo entrare nelle Sue piaghe, che sono le piaghe della nostra società, sia partecipando in modo reale con le nostre mani a lenirle che con il cuore, compartendo quell’Amore che ci unisce.