“Nel Regno di Dio non ci sono disoccupati, tutti sono chiamati a fare la loro parte; e per tutti alla fine ci sarà il compenso che viene dalla giustizia divina – non umana, per nostra fortuna!”. Questo è il commento del Santo Padre sulla parabola dei lavoratori chiamati a giornata e raccontata da Gesù nel Vangelo odierno (Mt 20,1-16).
“Due sono gli aspetti del Regno di Dio che Gesù vuole comunicare: il primo, che Dio vuole chiamare tutti a lavorare per il suo Regno; il secondo, che alla fine vuole dare a tutti la stessa ricompensa, cioè la salvezza, la vita eterna”.
Ma la stessa ricompensa non è gradita a tutti i lavoratori che da sempre si impegnano: “Il padrone della vigna decide infatti di dare a tutti la stessa paga anche a quelli che hanno lavorato di meno (…) perché Gesù vuole aprire i nostri cuori alla logica dell’amore del Padre, che è gratuito e generoso”.
“Lasciarsi stupire e affascinare dai pensieri e dalle vie di Dio che come ricorda il profeta Isaia non sono i nostri pensieri e non sono le nostre vie” esorta il Santo Padre, perché spesso il pensiero dell’uomo è piegato dall’egoismo e dai tornaconti personali. I nostri sentieri non sono paragonabili alle strade del Signore che perdona con la sua misericordia.
Lo sguardo del Padrone con cui vede ognuno degli operai in attesa di lavoro è “pieno di attenzione e benevolenza” mentre li chiama ad andare a lavorare nella sua vigna. “È uno sguardo che chiama, che invita ad alzarsi, a mettersi in cammino, perché vuole la vita per ognuno di noi, vuole una vita piena, impegnata, salvata dal vuoto e dall’inerzia. Dio che non esclude nessuno e vuole che ciascuno raggiunga la sua pienezza. Questo è l’amore del nostro Dio, del nostro Dio che è Padre”.
Dopo Angelus, il Santo Padre cita il sacerdote missionario in Guatemala, Stanley Francis Rother, ucciso nel 1981 a soli 46 anni in “odium fidei” e beatificato per la sua opera evangelizzatrice e di promozione umana dei più poveri. “Il suo esempio eroico ci aiuti ad essere coraggiosi testimoni del Vangelo, impegnandoci in favore della dignità dell’uomo”.
Il Signore è sempre buono e giusto con noi, operai della Sua vigna. Grazie Padre buono per aver impiegato anche me nella Tua vigna nonostante la mia povertà di doti e di fede.