Nel rispondere alle domande poste dai , Papa Francesco ha toccato tematiche molto interessanti e profonde che coinvolgono la vita di ogni persona: dal matrimonio alla consacrazione, dall’evangelizzazione sino alla vita politica.
“Cos’é il Matrimonio?” avevano chiesto i giovani a Papa Francesco e questi ha precisato che il Matrimonio è una vocazione, esattamente come la vita consacrata e il sacerdozio. Non ci si sposa per caso, ma dopo un percorso di amore che nasce da Gesù “Due cristiani che si sposano – ha detto il Pontefice – hanno riconosciuto nella loro storia di amore la chiamata del Signore.“
E’ questa chiamata, questo provenire da Gesù, che dà forza al matrimonio: la forza necessaria per superare l’egoismo, quello stesso egoismo che ci fa pensare a noi stessi di fronte alle difficoltà. “Sposarsi è rischioso” dice Papa Francesco ma non bisogna avere paura di compiere scelte definitive infatti alla base del matrimonio vi è Gesù il quale non ci lascia mai soli.
“Fatelo entrare nella vostra casa come uno di famiglia, Lui vi sosterrà sempre.” prosegue il Pontefice chiarendo che il dialogo quotidiano con Dio per mezzo della preghiera e della Chiesa è l’unica via per capire quale sia la nostra vocazione: se Gesù ci chiami a formare una famiglia nel matrimonio o a diventare fecondi nel sacerdozio o nella vita consacrata.
“Dio ci sorprende sempre! E’ Dio che chiama; però è importante avere un rapporto quotidiano con Lui.Avere questo rapporto familiare con il Signore è come – chiarisce infatti Papa Francesco – tenere aperta la finestra della nostra vita perché Lui ci faccia sentire la sua voce, che cosa vuole da noi.”
Ma qualunque sia la nostra vocazione, matrimonio, sacerdozio o vita consacrata la missione sarà sempre la stessa: portare il Vangelo con l’esempio di vita. Non a parole, ma nei fatti: ci renderemo conto che il Vangelo cambia la nostra vita e quella degli altri. Infatti, termina il Pontefice, “portare il Vangelo con la testimonianza della nostra vita trasforma il mondo!”
Mi fa piacere che Sua Santità Papa Francesco abbia toccato argomenti così spinosi e delicati. Posso dire, dunque, Viva Papa Francesco!
La mia vocazione al matrimonio: mi sono sposato l’8 dicembre;
la mia consacrazione all’O.F.S.;
la mia missione all’impegno sociale e politico che ritengo, appunto, una vocazione per rendere testimonianza a Cristo servendo i più poveri.
Servire Dio servendo i poveri e gli ultimi.
Spero di realizzare il mio sogno, a Dio piacendo!
Bisogna spendere la vita per testimoniare il Vangelo che è Cristo stesso.
La mia testimonianza: è una vocazione.
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Brava Vera, noi non siamo e non vogliamo essere cristiani di pasticceria, noi siamo e dobbiamo stare sotto la croce di Cristo come Maria per poi riconoscerLo da risorto negli ultimi. Il vangelo e’ la bella notizia dell’amore di Dio e noi dobbiamo portarla fino agli estremi confini della terra…in rete ci arriva presto… L’amore si trasmette per contagio.
La famiglia è la prima di tutte le istituzioni. Chi non sa guidare la propria famiglia non dovrebbe farsi carico di guidare un popolo! Se non ci sono le basi, come succede a scuola, non si va avanti! Mi è molto piaciuto, come sempre del resto, Papa Francesco quando definisce CRISTIANI DA PASTICCERIA proprio quelli che, andando a Messa, si preoccupano di passare poi in pasticceria per i dolcetti della domenica. L’andare a Messa, ed io sottolineo che ho iniziato da pochissimo tempo….per la mia pigrizia, non per altro, vuol dire espressione della massima umiltà davanti a Dio, raccoglimento e preghiera,……altro che pasticceria e vestiti nuovi da sfoggiare!
Valorizzare la scelta di Dio e’ importante. Le vie del Signore sono infinite e quindi essendo cristiani seguiamo la strada giusta scelta per noi. Far entrare II Signore in casa nosra come un fratello perche’ lui ci guida e’ fondamentale nella nostra vita quodidiana. Averlo vicino nel corso della nostra vita terrena ci indica che non siamo mai soli e quindi qualsiasi cosa ci accade lui ci sostiene e non ci abbandona. Basta solo avere fede e fiducia in lui. I suoi figli non se li dimentica.
E’ vero, continuiamo a dare la nostra testimonianza di vita e …il Sacramento del matrimonio vincera’ contro chi lo vorrebbe distruggere…l’amore ha vinto la morte percio’ nulla ci turbi e nulla ci spaventi perche’ solo Dio basta, anche nel matrimonio. Un abbraccio in Gesu’ e Maria.
In tutte le civiltà l’istituzione della “famiglia” svolse un ruolo indispensabile e costituì la cellula della società.
Il termine, in origine, si riferiva al “patrimonio” e indicava persone e cose soggette all’autorità del capo famiglia (“patria potestas”).
Ogni popolo ha una sua storia sia dall’aspetto civile che da quello religioso.
A Roma, ad esempio, il matrimonio consisteva in un accordo fra due famiglie stipulato a voce, alla presenza di alcuni testimoni adulti (il “concilium”).
Nell’Occidente, con vari mutamenti, la famiglia subì l’influsso romano. Essa, infatti, risultò monogamica e patriarcale con l’uomo a capo.
Con l’avvento del Cristianesimo il matrimonio non fu più un’istituzione nell’accezione formale del termine, ma divenne un sacramento e un vincolo affettivo che unisce due persone (marito e moglie) nel rispetto biblico: «Quod Deux coniunxit homo non separet». (Quello che Dio ha unito l’uomo non divida). (Mt 19, 6).
Per noi calabresi la dimora paterna costituiva un punto essenziale per esprimere la propria identità umano-sociale.
Per quanto riguarda il matrimonio, al tradizionale periodo che poneva la donna in condizioni di inferiorità rispetto all’uomo, seguì quello di “transizione” ed infine l’epoca attuale dell’emancipazione femminile.
Fortunatamente, ancora, la rete di rapporti e di cooperazione tra i membri della famiglia è abbastanza saldo. Ogni buon calabrese, da ogni parte del mondo, fa di tutto per raggiungere il luogo natio nelle solenni ricorrenze religiose e civili.
La società che non si basa sulle solide fondamenta della famiglia è destinata a fallire. Tre cose rallegrano il cuore, recita un detto: la concordia tra fratelli, l’amore dei vicini e l’accordo tra coniugi.
Giustamente, Papa Francesco ha richiamato i giovani sul valore del matrimonio sostenendo che “sposarsi è rischioso”.
Non bisogna mai dimenticare che esso è un sacramento e che facendo entrare in casa Gesù si potrà godere la “perfetta letizia”.
Il Vangelo ne indicherà sempre la via e, dall’esempio dei genitori, potrà finalmente nascere una società migliore.
Domenico Caruso – S. Martino di Taurianova (Reggio Cal.)
Grazie Domenico, per quello che hai scritto, lo condivido pienamente ed aggiungo che se alcuni valori (tra questi anche la fede , che poi porta alla fedelta’ nel sacramento del matrimonio) non vengono trasmessi nella famiglia, quale piccola chiesa domestica, ci si ritrova in una famiglia di famiglie cioe’ in una societa’, priva di valori che offrono all’uomo di ogni epoca di vivere una vita da fratelli, una vita d ‘amore, una Societa’ Civile e Democratica dove gli uomini compiono solo gesti di umanita’. Bisogna ripartire dalla famiglia affinche’ la societa’ guarisca dai mali che l’ affliggono, e i giovani trovino in Gesu’ Cristo il coraggio di sposarsi,con Lui come testimone e collante dell’unione perche’, solo Dio e’ amore.
Papa Francesco sta dimostrando di conoscere profondamente i bisogni della Chiesa e del mondo Da troppi anni noi Cristiani siamo rintanati nelle nostre Canoniche invase dalla polvere ad autobearci per i bravi compitini che svolgiamo all’interno delle nostre rassicuranti ELITE Ma se il mondo sta andando alla deriva morale e sociale è proprio per il fatto che noi Cristiani ovunque operiamo:lavoro politica scuola famiglia NON FACCIAMO PIU’ I CRISTIANI ma ci siamo ben AMALGAMATI CON IL MONDO invece di ritornare ad esserne il LIEVITO Bene dunque l’arrivo di FRANCESCO grandissimo UOMO DI DIO che ci sta spronando a toglieci di dosso tanta troppa polvere per ritornare ad essere TESTIMONI CREDILBILI DELLA CROCE la nei crocicchi più impervi della storia
Non quindi CRISTIANI DOLCI DA PASTICCERIA ma te3stimoni che non esitano ad impastare le mani nel tritume del mondo
Cerchiamo di essere missionari della Parola di Dio, ma soprattutto Eucarestia vivente negli ambienti dove Dio e’ messo fuori dalla porta, il nostro sacrificio unito a quello di Papa Francesco e della Chiesa intera portera’ frutti…
Sono Daniela, ho 49 anni e dovrei risposarmi. Dico dovrei perchè il mio compagno e io abbiamo ottenuto la nullità per i precedenti matrimoni e attendiamo di sistemare le ultime pratiche. Però lui non ci tiene come me al matrimonio in Chiesa, e su questo argomento sono lit
igi continui. Devo ammettere che io ho forzato la mano perché lui facsse un cammino di fede con me, e anche per la nullità non era d’ accordo, avendo lui due figli. Come devo conportarmi secondo voi? Lui è quasi sempre fuori per lavori, cosa che, da parte mia, è stato ed è difficilissimo da accertare. D’altro canto dopo tanti sacrifici mi dispiacerebbe rompere un rapporto su cui abbiamo investito otto anni. Non so davvero cosa fare…..
Gentilissima signora Daniela le parlo per esperienza di persona che ha perduto la cosa più bella che la vita gli aveva dato quando lei aveva solo 44 anni Si affidi alla profondità del suo cuore e una preghiera non forzi il suo compagno alla fede Se si pretende di portare alla fede una persona con la forza uccidiamo innanzi tutto Dio. Se lei nutre fiducia e amore per la persona che ha accanto tutto è possibile Un saluto Fraterno
Condivido pienamente, mia madre rimasta vedova con tre figli, continua ancora oggi ad amare papa’, e’ con la sua testimanianza di vita e di fede che ho sperimentato l’amore. L’amore non ha limiti come la fede e la preghiera…e’ un rapporto intimo con Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo…invoca spesso lo Spirito Santo che illumini la tua vita.
Cara Daniela, la fede come l’amore non si impongono si accolgono come dono di Dio agli uomini che lo chiedono nella preghiera, capisco la tua situazione ma sappi che l’amore vero costa sacrifici e sofferenze. L’uomo che desideri come compagno e’ prima di tutto il padre di due figli donati da Dio in custodia ed e’ giusto che lui li custodisca. Devi avere tanta pazienza , accettalo cosi com’e’ e prega per la sua conversione. Nella confessione apri il cuore al sacerdote e sappi che in quel momento sta aprendo il cuore a Gesu’ che sicuramente ti dara’ delle risposte, anche scomode…accoglile e mettile in pratica. Un abbraccio in Gesu’ e Maria.
Prega.
Prega per la sua conversione.
Non forzare nulla. Certo non è facile, ma se preghi affinchè possa accadere, allora accadrà. La dolcezza cara Daniela è l’arma migliore. Che Dio vi benedica con tutto il cuore.
Caro Papa continua a parlarci di Gesu’ nella famiglia come parli di Gesu’ nella Chiesa…il matrimonio e’ un vivere costantemente con Gesu’.