Portare la “misericordia di Dio a tutti, indistintamente” è stato l’invito rivolto da Papa Francesco nella giornata di oggi al Capitolo generale della Congregazione di Don Orione, che proprio in questi giorni oltre ad aver nominato il nuovo superiore generale, Tarcisio Vieira, sta rinnovando la propria missione.
Bergoglio, come sempre quando si rivolge a qualche congregazione o istituto di vita religioso, è partito dal carisma del fondatore, ricordando come, Don Orione, raccomandava di “cercare e medicare le piaghe del popolo, curarne le infermità, andargli incontro nel morale e nel materiale”.
Questo carisma si manifestava nel fatto che gli appartenenti a questa congregazione erano, e sono tuttora, particolarmente solleciti e impegnati, tanto che “in certi luoghi vi chiamavano ‘i preti che corrono’, perché vi vedevano sempre in movimento, in mezzo alla gente, con il passo rapido di chi ha premura“, ha commentato Francesco.
Questa particolare intraprendenza è una qualità che particolarmente ai giorni nostri è necessaria ma bisogna fare attenzione a non trasformare la fede in ideologia e la carità in filantropia, altrimenti la Chiesa smette di essere Chiesa e si trasforma in una ONG. Cosa vuol dire questo? Francesco ha ricordato al Capitolo generale della Congregazione che “siete stati chiamati e consacrati da Dio per rimanere con Gesù e per servirLo nei poveri e negli esclusi dalla società. In essi, voi toccate e servite la carne di Cristo e crescete nell’unione con Lui“.
È proprio la relazione con Gesù e il servizio ai poveri, che permette alla Chiesa di rimanere Chiesa, e alla congregazione di rimanere fedele alla identità orionina, riassunta dal fondatore stesso nella qualifica: “Servi di Cristo e dei poveri”.
“C’è tanto bisogno di sacerdoti e religiosi che non si fermino solo nelle istituzioni di carità – pur necessarie – ma che sappiano andare oltre i confini di esse, per portare in ogni ambiente, anche il più lontano, il profumo della carità di Cristo.”, ha dunque concluso Papa Francesco e a tal fine ha invitato il Capitolo generale della Congregazione di Don Orione a non perdere “mai di vista né la Chiesa né la vostra comunità religiosa, anzi, il cuore deve essere là nel vostro ‘cenacolo’, ma poi bisogna uscire per portare la misericordia di Dio a tutti, indistintamente”.