Lodare il Signore, ma con coraggio. E’ questo il messaggio che Papa Francesco ha trasmesso nel corso dell’omelia del 1 giugno in Santa Marta. La preghiera infatti é un dialogo tra noi e Dio, dialogo che non é però un monologo. Dio ci parla così come noi parliamo a Lui. Tuttavia nel rivolgerci a Dio dobbiamo prendere ad esempio Abramo il quale nel rivolgersi al Padre per evitare la distruzione di Sodoma e Gomorra mercanteggiò con Dio, in modo insistente e coraggioso.
Convincere il Signore con le virtù proprie del Signore! Quello è bello! L’esposizione di Abramo va al cuore del Signore e Gesù ci insegna lo stesso: ‘Il Padre sa le cose. Il Padre – non preoccupatevi – manda la pioggia sui giusti e sui peccatori, il sole per i giusti e per i peccatori’. Con quell’argomentazione Abramo va avanti.
La preghiera che é dialogo con Dio non é solo lode a Dio ma anche richiesta di grazie, e queste richieste devono essere fatte con coraggio, con il coraggio di chi sa di essere nel giusto. Perché pregare il Signore é trattare con Lui, fino quasi a diventare insistenti o inopportuni per far breccia nel Suo Cuore.
Pregare è negoziare col Signore, anche diventare inopportuno col Signore. Pregare è lodare il Signore nelle sue cose belle che ha e dirgli che queste cose belle, ce le mandi a noi. E se Lui è tanto misericordioso, tanto buono, che ci aiuti!”
Le parole di Papa Francesco aprono a un nuovo modo di pregare, aperto, diretto sia nel presentarsi a Dio come peccatori che nel chiedere il Suo aiuto confidando nella Sua Misericordia. Del resto Dio é quel buon pastore che viene a cercarci ad uno a uno quando smarriamo il cammino e il nostro atto di coraggio deve essere quello di lasciarci prendere in braccio da lui in modo che il Suo Amore possa intervenire nella nostra vita, chiedendogli senza paura il Suo aiuto poiché in lui facciamo affidamento.