“Seguo con trepidazione le tensioni e le violenze che si stanno consumando questi giorni a Gerusalemme. Sento il bisogno di esprimere un accorato appello alla moderazione e al dialogo. Vi invito a unirvi a me nella preghiera affinché il Signore ispiri i valori di riconciliazione e pace”. E’ il messaggio lanciato da Papa Francesco nell’Angelus di ieri.
La Santa Sede sta seguendo giorno dopo giorno, con estrema attenzione, quanto sta accadendo in Medio Oriente, con la continua guerra tra israeliani e palestinesi.
La tensione è tornata a regnare sovrana dopo che nei giorni scorsi un giovane palestinese ha fatto irruzione in un’abitazione privata e ucciso a coltellate la famiglia israeliana che si trovava dentro. L’uccisione di un manifestante palestinese di 24 anni nella periferia di Gerusalemme, invece, ha suscitato l’indignazione del fronte opposto, vale a dire quello palestinese, e gettato così ulteriore benzina sul fuoco.
Alla luce di quanto è accaduto negli ultimi giorni (e di quanto sta accadendo tuttora), Papa Francesco ha chiesto che la religione non venga più usata come istigazione al conflitto. La pacificazione di questo pezzo di mondo è stata chiesta, se non proprio pretesa, più e più volte da parte del Pontefice.
Anche nel messaggio Urbi et Orbi di Capodanno 2017, Francesco aveva lanciato un appello in questo senso. E pure nel giugno 2014, a ben ricordare, Papa Francesco invitò Shimon Peres e Abu Mazen a pregare insieme per la pace nei giardini vaticani.
Da qui si ricollega il discorso fatto sempre nell’Angelus, e riportato su queste pagine ieri stesso, in cui il Papa ha ricordato ai fedeli come non esistano il bene e il male quali realtà facilmente distinguibili tra loro: “Il bene e il male non si possono identificare mediante territori definiti o gruppi di uomini, perché la linea di confine che separa il bene dal male è semplicemente nel cuore di ogni persona”.
cato Papa Francesco,
oggi sul problema Gerusalemme dico la mia che finita la seconda guerra mondiale i signori della Guerra vincente stabilirono la costruzione dello Stato di Israele sul confine meglio sul muro di Gerusalemme ( metafora) con il territorio confinante degli arabi da qui il tormento degli ebrei incaricati a difendere oltre la loro la chiesa cristiana e quella dei mussulmani e qui sono sorte nel corso dei decenni conflittualità religiose economiche e politiche . di odio e di sangue, difficile da sedare che ultimamente sulla costituzione dello stato della Palestina hanno aumentato l’ odio . Ma a questo punto chiedo è meglio sacrificare vite col Vangelo, la bibbia o il corano in mano? O dividere con un muro la chiesa mussulmana dalle altre due
Ho compreso, Santo Padre, queste Tue esaurienti spiegazioni del bene e del male che e’ in ognuno di noi, a chi noi diciamo si, al bene o al male, determina il risultato. Girando, abitandoci quindi conoscendo bene, ho potuto appurare che in certi paesi il si lo dice al male la maggior parte della popolazione, speculazioni, ruberie a danno dei fratelli di sangue, maledire,- i satanisti chiedono se vuoi appartenere a loro facendosi pubblicita’ come la marca di un prodotto; provalo vedrai che e’ migliore! molti sanno e fanno finta di niente, tutti zitti, per paura o per ignoranza.——Risvegliamo queste persone dal torpore che satana le mette, con la preghiera e le azioni.——Preghiamo con Te per la pace in Gerusalemme, che Dio risvegli i cuori che odiano e distruggono all’amore che vive e aiuta gli altri a vivere a loro volta, nella vita si “fruttifica”, nella morte e’ solo buio quando non e’ voluta da Dio.—