Riflessioni di Papa Francesco

La preghiera è il linguaggio della Fede

Gridare giorno e notte verso Dio!” è questo il tema sul quale si è focalizzata la riflessione di Papa Francesco nel corso dell’. Prendendo spunto dal vangelo quotidiano che narrava la vicenda di una vedova che grazie alla sua insistenza riusciva a salvare il figlio, il Pontefice ricorda tutte quelle donne che “lottano per la loro famiglia, che pregano, che non si affaticano mai“.

La vedova del Vangelo, dice Papa Francesco, “sapeva lottare per i suoi figli“, fin oltre il limite della insistenza diventando per noi non solo un “esempio di fede” ma anche un “esempio di preghiera“.

Ed è proprio l’esempio di preghiera l’insegnamento più grande che il Pontefice indica nella lettura del giorno. La vedova, il suo modo di pregare insistente e coraggioso è un modello per tutti noi: è così che dobbiamo pregare Dio, con coraggio e anche con insistenza senza paura di chiedere.

Ma chiediamoci: perché Dio vuole questo? – chiede Papa Francesco – Lui non conosce già le nostre necessità? Che senso ha “insistere” con Dio?” In effetti Dio ci chiede di pregarlo con insistenza non perché Egli non sappia di cosa abbiamo bisogno. Al contrario, ci chiede questo per ricordarci della nostra fede. Senza pregare rischiamo di perderci, di dimenticarci di Dio. “Se si spegne la fede, si spegne la preghiera – dice il Pontefice – e noi camminiamo nel buio, ci smarriamo nel cammino della vita“. La preghiera quindi rappresenta il metodo utilizzato dalla fede per esprimersi, è – potremmo dire – il linguaggio delle fede.

Non solo, la preghiera è anche la nostra arma, continua il Vescovo di Roma, che ci consente di accorgerci che Dio – “specialmente nelle difficoltà, nella lotta contro il male fuori e dentro di noi” – è accanto a noi “nel nostro cammino quotidiano”: non ci abbandona mai!

Per questo, conclude Papa Francesco, “impariamo dunque dalla vedova del Vangelo a pregare sempre, senza stancarci.

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13 pensieri su “La preghiera è il linguaggio della Fede

  1. MI RITROVO CON LUIGI E VERA. HO SENTITO DIO NELLA NATURA E NELLA SOLITUDINE.
    ADESSO LO SENTO VICINO, SEMPRE, E NEI DISAGI GIORNALIERI E’ SEMPRE NEI MIEI PENSIERI E MI SEMBRA CHE MI FACCIA AGIRE NEL MODO MIGLIORE.
    QUANDO PREGO IL ROSARIO E VADO ALLA MESSA E’ COME SE LO RINGRAZI DI QUANTO LUI HA FATTO E STA FACENDO PER ME.
    QUANTE VOLTE MI DO DELLA STUPIDA, IN PASSATO LUI INSIEME AI MIEI ANGELI CUSTODI MI HA SEMPRE “SALVATA” MA IO NON HO DATO LODE.
    PERDONAMI DIO!

  2. Santo Padre! Mi permetto inviare la mia testimonianza di vita, con la speranza possa essere sottoposta alla Sua attenzione. Con profondo rispetto e uniti in Gesù e Maria. Sabrina

    3 OTTOBRE 2013 – Premio Rosa d’argento Jacopa de’ Settesoli 2013 – Porziuncola-S.Maria degli Angeli (Assisi) – Transito di S. Francesco
    ‘Vorrei innanzitutto ringraziare Valeria, lo Storico Cantiere e padre Fabrizio Migliasso, per essere qui oggi a portare la mia testimonianza di fede e ricevere questo prezioso dono della Rosa d’Argento Frate Jacopa
    Conosco Valeria da diversi anni, e ho sempre partecipato insieme a lei a questo bellissimo evento ma non avrei mai pensato di poter ricevere personalmente un premio così importante.

    Si, per me è un premio veramente importante, questa rosa, perché rappresenta una vita vissuta nella fede piena, nella speranza viva, nella carità perfetta e umile, come era appunto la vita di San Francesco. E mai avrei potuto immaginare da piccola quando venni qui per la prima volta in gita scolastica, che un giorno avrei ricevuto proprio una di quelle rose che mi colpirono per la mancanza delle spine.

    Lavoro in una azienda che produce missili e la mia vita si svolge come una delle tante donne e mamme che lavorano, con i minuti contati, sempre in lotta contro il tempo.
    Ma nel mio caso oserei dire anche in lotta contro i tempi, i tempi di oggi, caratterizzati da una forte secolarizzazione, ma nei quali siavverte una profonda esigenza di spiritualità e un rinnovato bisogno di preghiera.

    Un sacerdote operaio che prestava servizio presso l’azienda in cui lavoro ci consegnò durante il Giubileo del 2000 una lettera delBeato Giovanni Paolo II; il Santo Padre invitava i lavoratoriromani a tornare a pregare e a rinnovare l’impegno di portare a tutti l’annuncio del Vangelo, anche sul posto di lavoro, dicendo che esso è il servizio più prezioso che la Chiesa, intesa come il popolo di Dio, può rendere ad ogni singola persona e all’umanità intera.
    Si, aiutare gli altri a riscoprire il senso profondo della propria esistenza attraverso l’annuncio della Parola di Dio e la testimonianza.
    Il nostro sacerdote operaio ci esortò quindi a diventare come lievito che fermenta, come pane da spezzare e da condividere con i nostri colleghi, dove capitava, alle macchinette del caffè, dietro la scrivania, nell’officina dove si montavano i pezzi…

    E fu così che iniziò il nostro cammino insieme al Signore e al quale –confidenti nella Sua bontà e misericordia- rivolgemmo la nostra preghiera per ottenere dall’azienda un luogo idoneo ove poter pregare e ascoltare la Parola di Dio.
    Non fu facile. In un ambiente di lavoro dove spesso i valori umani vengono sopraffatti dalla bramosia della carriera e del guadagno, e dove la produzione e la vendita di un missile rappresentano l’obiettivo primario, non è stato facile andare controcorrente e pagarne il prezzo con umiliazioni e indifferenza.
    Ma nella Croce di Cristo abbiamo trovato la forza per superare insieme tutte le difficoltà e il nostro lavoro è diventato una via di purificazione e di salvezza. Accogliendo ogni fatica e contrarietà in obbedienza alla volontà di Dio, lo abbiamo offerto comeservizio umile e paziente verso il prossimo.

    In occasione della calamità del terremoto che ha colpito l’Abruzzo, la cappella è divenuta il centro di smistamento di ogni bene che poteva arrecare sollievo e dare aiuto a chi ne aveva bisogno.
    La voce si era sparsa al punto tale che riuscimmo a coinvolgereanche l’azienda a portare avanti questa catena di solidarietà e di amore, tanto da procurarci dei furgoni e del materiale anche dagli stabilimenti di La Spezia e di Napoli.

    Ricordo che nelle tendopoli non si respirava, sia per il caldo sia per la mancanza di spazio. Mentre sistemavo degli scatoloni entrò improvvisamente nella tenda una giornalista francese, contenta forse di aver fatto uno scoop, e che con la sua ‘gentile’ sfrontatezza mi chiese appiccicandomi il microfono in faccia: ‘Secondo lei questa gente avrà un futuro?” Le risposi a bruciapelo, in francese, che quelle persone non solo avrebbero avuto un futuro, ma avrebbero avuto la speranza di un futuro sicuramente migliore, perché avevano Dio’ .

    La tenda dove mi trovavo era la tenda di una mia collega rimasta senza casa. Le avevo portato un Crocifisso e lei lo aveva messo all’entrata della tenda.

    Insomma, noi…non abbiamo avuto paura, abbiamo aperto, anzi spalancato le porte a Cristo, e abbiamo tradotto in realtà quello che poteva sembrare un sogno irrealizzabile: una cappella con il Tabernacolo ed il Santissimo Sacramento sempre presente, in una azienda militare!…Una piccola chiesina divenuta scuola di preghiera, dove abbiamo imparato non solo ad implorare ed ottenere con la preghiera, ma anche a ringraziare, lodare, adorare, ascoltare.

    La preghiera non ci ha distolto dall’impegno del quotidiano, anzi, aprendo il cuore a Dio e all’amore verso i fratelli, essa ci ha reso capaci di costruire la storia secondo il disegno di Dio.
    Imitando Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, la nostra Maria degli Angeli, Lei, vero angelo del focolare, ha fatto della sua esistenza un dono gratuito, nel completo silenzio, offrendo le sue energie di donna, di sposa e di madre al servizio e in completa obbedienza alla volontà di Dio.

    Quello che conta davanti al Signore è essere nuova creatura. E se avremo tanta fede quanto un granello di senape, la nostra vita, rinnovata in Cristo, potrà essere come una delle rose di San Francesco: senza spine!

    Ringrazio prima il Signore, ringrazio voi tutti qui presenti, i miei fratelli di preghiera, la mia famiglia che mi sostiene, e un grazie particolare lo devo a mio marito perchè se io non lo avessi mai incontrato, forse tutto questo non sarebbe potuto accadere.’

  3. Io, pur avendo scritto qualche poesia, non ho pensato mai a scrivere una mia preghiera perché le mie preghiere sono un dialogo diretto con Lui, come se parlassi a mia madre e quindi dopo aver fatto un discorso con qualcuno non ho mai pensato di doverlo scrivere. Scusatemi se posso sembrare egoista, ma il mio dialogo con Lui lo sento così personale da esserne alla fine un po’ gelosa e desidero alla fine tenerlo solo fra me e Lui. Credo che sia un po’ come quando si fa beneficenza….a che serve rendere pubblica una nostra opera caritatevole? Forse per vantarcene? Mi sembra che perderebbe molto del suo valore.

  4. La mia preghiera è un intenso dialogo intimo con Dio è una ricerca costante di Lui Mi piace scrivere e scrivo di Lui leggere e le mie letture riguardano il mistero della SUA presenza nel mondo cerlocare di vivere il più possibile in sintonia con La Parola è preghiera la S. Messa è preghiera adoperarsi per gli altri è preghiera Ammiro e rispetto tutti quei fratelli che credono ad una forma di preghiera fatta di litanie già confezionate da ripetersi all’infinito ma io non sono mai riuscito a farle mie perchè ad un certo punto mi allontanano dall’incontro con LUI perchè fredde e meccaniche Prediligo estraniarmi al mattino all’alba verso lo splendore della mia valle e lasciarmi avvolgere da LUI in un rapporto intenso Padre e figlio

  5. Que Deus abencoe o nosso santo padre, pois ele e o socessor de Deus.
    e grande homem, caminhemos todos juntos nesta jornada ate ao fim.

  6. Il Dio ebraico, non era differente dagli dei pagani. Anche presso i pagani gli dei concedevano le grazie richieste, in genere guarigioni, se i fedeli pregavano molto. Da questo punto di vista, le divinità sumere, babilonesi, egiziane, ebraiche, indiane, cinesi, greche, latine, barbariche, ecc, avevano in comune il principio che dovevano essere oggetto di preghiera, per ottenere un esaudimento. Tuttavia, anche se questo concetto sembra primitivo, di origine paleolitica, poi mesolitica e soprattutto neolitica, la scienza moderna ha constatato che in certi casi, non ancora spiegati, tale meccanismo fa scattare all’interno del corpo umano un autoguarigione, che parte inconsciamente dal cervello; ciò dimostra non l’intervento divino, ma il grande potere della mente umana, ancora sconosciuta per la scienza moderna. C’è da osservare che una divinità che conceda la grazia di guarigione ad un fedele solamente se molto pregata, è profondamente ingiusta. Su questo aspetto Gesù non differiva dagli altri religiosi del suo tempo, in quanto predicava: “Chiedi e ti sarà dato”. In genere però se il divino crea il mondo con certi principi, non fa eccezioni, per richieste insistite.

  7. Le tue Sante Parole ci riempono il cuore xche ‘noi mamme che preghiamo tanto x i nostri figli affinché possano ritrovare la fede… CI affidiamo alla Misericordia di Dio.

  8. La preghiera ci pone in un atteggiamento mentale di riflessione quando viene detta col cuore, e risuona nel nostro essere come un tocca sana, un massaggio olistico,
    quindi Vi dono le mie: la prima
    DIO

    In nome della Tua Presenza Eterna:
    chiedo che gli spiriti del male si allontanino
    dalle Tue creature ignare, inconsapevoli
    della Tua… Universale Coscienza Cosmica
    e, gli spiriti del bene ci servano!

    Spiriti malvagi, astuti, perfidi e menzogneri,
    che confondete gli uomini e,
    giocate con la fragilità delle persone
    noi adepti vi colpiamo
    lontani dalla nostra anima
    con tutta la forza che possediamo.
    Chiudiamo le nostre orecchie davanti a voi,
    alle vostre lusinghe ed illusioni!

    Terra, Aria, Fuoco, Acqua,
    grandi e Potenti Spiriti del Mistero
    annientate il male e iniziate il bene:
    lasciate giungere alla Madre Terra: Pace e Amore!
    Noi guerrieri di luce Vi chiediamo pietà e
    la forza di resistere agli influssi degli spiriti del male.
    Mantenete l’alterigia e superbia lontane da noi e
    il nostro Cuore lontano dall’invidia,
    dalla perfidia e da qualsiasi altro sentimento
    non governato dalla Misericordia.
    Così sia!

    Ecco la seconda:
    REGINA DEL MONDO

    A te Regina
    delle donne
    madre di Gesù
    e
    di tutti gli uomini
    sorella,
    amica,
    consolatrice
    di chi ti cerca,
    di chi ti prega
    e nel suo cuore ti porta.

    2

    Invochiamo
    misericordia
    noi poveri erranti pellegrini
    misericordia
    per questo mondo in crisi
    saturo di tutto
    ma,…
    tanto carente di amore
    qualità e virtù.
    Troppe teste calde
    infuocate dall’odio
    senza ragione,
    né buona volontà
    spingono a forza
    verso la distruzione
    questo pianeta ancestrale
    sgretolato sempre più
    dall’egoismo sfrenato
    dalla bramosia umana
    dalla folle corsa
    all’avidità
    all’abuso di potere
    di chi degno non è
    della poltrona d’oro in cui siede.

    3

    Mentre il tuo cuore piange
    e grida più equità
    con la gente sempre più povera e
    vittime di tanta infamia
    … pochi devoti
    oggi
    ti pregano,
    t’ invocano: pace, perdono e pietà
    per il caos che verrà.

    MARIA
    fa che…
    Lo Spirito primordiale
    illumini ogni mente buia
    affinché l’Amore di Dio
    trionfi presto sul male del mondo.
    Così sia!

    Fatemi sapere se Vi piacciono grazie Franca

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