“Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in conflitto” ha scritto Papa Francesco su Twitter “di non chiudersi nei propri interessi” confermando il suo credo nel dialogo, unica strada per la pace.
Bisogna superare i pregiudizi e le chiusure che sono a fondamento della cultura dello scontro per porre fine alle divisioni che esistono tra popoli che sono tra loro fratelli. Solo promuovendo la cultura dell’incontro si potrà giungere alla comprensione reciproca.
Trattasi di una educazione, quella all’incontro, che dobbiamo creare e dare ai giovani affinché possano creare un futuro di fraternità. Tuttavia per fare questo é necessaria la preghiera poiché é con l’aiuto dello Spirito Santo, con la sua luce, con la sua grazia, con il suo calore che potremo sciogliere le nostre freddezze.
Preghiera e impegno per fare crescere amicizia e fratellanza. Questo é l’esempio e la direttiva di Papa Francesco il quale sta operando in modo attivo per scongiurare l’intervento armato in Siria.
L’urgenza é quella di “trovare una soluzione pacifica al conflitto in Siria” come ha scritto il Pontefice al Presidente del G20, Valdimir Putin, “attraverso il dialogo e il negoziato“. Ma le pressioni del Vescovo di Roma non sono solo state verso est ma anche verso ovest, infatti la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha inviato una lettera al Presidente Barack Obama implorandolo a “non ricorrere a un intervento militare in Siria“.
Le adesioni alla giornata di digiuno e preghiera per scongiurare l’attacco militare in Siria continuano a giungere da appartenenti a tutte le religioni. “Dobbiamo essere creativi e pensare che il dialogo tra gli esseri umani è possibile, sempre e quando saremo in grado di prepararci ad esso” é quanto ha scritto la Confraternita argentina giudaico cristiana in un proprio messaggio “È un cammino duro fatto di progressi e di battute d’arresto, ma se veramente siamo disposti ad andare avanti verso la pace, dobbiamo impegnarci a percorrere la via, sostenendo qualsiasi alternativa che ci porta al bene comune“.
AMEN…..!!
Ho aderito all’invito di Papa Francesco inteso a scongiurare un’altra sanguinosa guerra mondiale. Si era pensato che il progresso scientifico avrebbe procurato un periodo di pace, senza aver prima scrutato in fondo l’anima dell’uomo.
La strage di bambini e innocenti fra popoli è una sconfitta per l’umanità; la violenza nelle famiglie e nella società non trova giustificazione.
Ha fatto bene il Sommo Pontefice, degno seguace del Fraticello d’Assisi, a richiamare al senso del dovere.
Pertanto anch’io, per un giorno, oltre alla preghiera liturgica mediterò su qualche pagina del Vangelo e farò (come un tempo da fanciullo!) un fioretto a Gesù lasciando spazio al silenzio.
Certamente, un semplice spuntino al mattino e un po’ di cibo la sera (con esclusione di bevande alcoliche) non romperebbe il digiuno.
La pace deve coltivarsi nello spirito, aprendo sempre il cuore al bene e alla speranza. Se riusciremo a sgombrare la mente da ogni proposito di vendetta e perdoneremo il prossimo del male ricevuto, trasmetteremo intorno un’energia positiva di serenità.
E’ sempre attuale quanto ha ribadito il Papa Benedetto XVI nella XXVII Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace del dicembre 2012: “ Gesù Cristo ha riassunto e dato compimento ai precetti in un comandamento nuovo: – Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri -; qui sta il segreto di ogni vita sociale pienamente umana e pacifica, nonché del rinnovamento della politica e delle istituzioni nazionali e mondiali”.
Domenico Caruso – S. Martino di Taurianova (Reggio Cal.)
Cosa potremmo lasciare per il bene dei nostri figli se non PRIMA DI TUTTO LA PACE?
La mia vita per la Pace.