Nel corso di questo periodo di Avvento, ogni venerdì, Papa Francesco assisterà, assieme alla Curia Romana a una riflessione sull’avvento tenuta da Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia: il tema della prima riflessione è stato il versetto del Vangelo di Luca che introduce l’annuncio del Natalo, ovvero “Pace in terra agli uomini che Dio ama“.
La pace, ha detto Cantalamessa, è un tema di “dolorosa attualità” che dobbiamo costruire partendo dal significato biblico della stessa, anzi dalla ricchezza del significato che la Bibbia dà alla parola pace.
Infatti, ha spiegato il predicatore, “la prima ed essenziale pace – da cui dipendono quella interiore e quella tra i popoli – come ci insegna la Parola di Dio, è quella verticale, tra cielo e terra, tra Dio e l’umanità“. L’uomo deve prima di tutto comprendere che la pace “è un Dono di Dio, parte di quel piano di redenzione con cui ha risposto al peccato originale“.
Dio quando mise l’uomo nell’Eden aveva pensato un piano per questi, piano che, per opera della scelta dell’uomo di cadere nella tentazione del peccato, dovette modificare: “di fronte alla ribellione dell’uomo – il peccato originale –, ha ulteriormente commentato il sacerdote, Dio non abbandona l’umanità al suo destino, ma decide un nuovo piano per riconciliarlo con sé“.
Il nuovo piano di Dio trova compimento nella “nascita di Gesù, il suo farsi uomo, ma – continua Cantalamessa – soprattutto la sua morte di Croce permette la riconciliazione tra Dio e gli uomini, tra cielo e terra“.
Ed è proprio Gesù, grazie al suo sacrificio che “ci insegna a guardare a Dio con un occhio nuovo“: per placare Dio dal tradimento che l’uomo ha compiuto non è stato necessario un sacrificio altrui, ma è stato Dio stesso a sacrificare, in Gesù, se stesso, tornando a ricucire così i rapporti con l’umanità.
È alla luce di questo sacrificio che guardiamo alla pace come Dono di Dio in Gesù Cristo: è questa pace quella che ci rivela il volto di un Padre misericordioso, che ha sacrificato se stesso per il suo popolo, e non solo del Dio della legge e della giustizia come lo interpreta l’uomo di oggi che vive oggi un cristianesimo senza gioia, senza slancio.
LA PACE , CHE SEMBRA LA COSA PIU’ SEMPLICE, E’ COMPLICATA. E’ ARTICOLATA A TANTE DIFFICOLTA’ NEI RAPPORTI UMANI, ANCHE QUANDO AMIAMO E PERFINO QUANDO SIAMO CONTRACCAMBIATI. EPPURE…CERCANDO AD ESEMPIO NELLE SACRE SCRITTURE, POSSIAMO TROVARE ESEMPI…, DAI QUALI…, UNO SPUNTO E QUALCHE GIUSTA INIZIATIVA: PROPRIO COME UNA MISSIONE- MISSIONE DI PACE – CON I CARI…, CON QUALCUNO DOVE CE NE’ E’ BISOGNO E OVVIAMENTE ESSA ABBIA DAVVERO UN SENSO. ALTRIMENTI MEGLIO DISTANZIARSI, COL SILENZIO.
Speranza
e fede
Nel culto del divino
spesso la ragione
insidia la fede
alimentando
il dubbio
Solo
recuperando virtù
dalla “speranza”
l’incredulità
si attenua
Così l’animo
riguadagna fede
e nella serenità
s’ammanta
di amore eterno
Le riflessioni di oggi ci fanno capire quanto Dio ci ama e lo ha dimostrato sacrificando il suo unico figlio,per la pace nel mondo,speriamo che questa nascita e questo santo Natale porti davvero un po’ di pace…
La pace interiore, a quella dovremmo aspirare, ma delle volte e cosi difficile