“C’è una parola che non dobbiamo mai stancarci di ripetere e soprattutto di testimoniare: dialogo“: è il contenuto centrale del messaggio che il Pontefice, per tramite del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, ha vinviato a XXXVII Meeting per l’amicizia fra i popoli, in corso a Rimini.
Il Vescovo di Roma sottolinea come “ci vuole coraggio per affermare ciò, mentre tanti aspetti della realtà che ci circonda sembrano condurre in senso opposto“, eppure il dialogo, che significa aprirsi all’altro, “non impoverisce il nostro sguardo, ma ci rende più ricchi perché ci fa riconoscere la verità dell’altro“. E questo, aggiunge il Papa, è vero anche quando l’altro “si nasconde dietro atteggiamenti e scelte che non condividiamo“.
Tuttavia, continua il Pontefice, “un vero incontro implica la chiarezza della propria identità“: per dialogare serve, infatti, una adeguata conoscenza di se stessi, prima di tutto, e anche una piena “disponibilità a mettersi nei panni dell’altro per cogliere, al di sotto della superficie, ciò che agita il suo cuore, che cosa cerca veramente“.
Sono queste due barriere, quella di conoscere se stessi e di sapersi mettere nei panni dell’altro, che ci portano spesso a scegliere la via più facile, rispetto quella del dialogo, ovvero quella di “chiudersi nell’orizzonte ristretto dei propri interessi, così che gli altri diventano qualcosa di superfluo, o peggio ancora un fastidio, un ostacolo“.
Impariamo a leggere, invece, i “tanti sconvolgimenti di cui spesso ci sentiamo testimoni impotenti” come “un invito misterioso a ritrovare i fondamenti della comunione tra gli uomini per un nuovo inizio“: non possiamo dimenticare, infatti, che l’altro è nostro “fratello, perché figlio del comune Padre che è nei cieli“.
A questo punto, siamo chiamati a operare materialmente per costruire la cultura del dialogo, e, per questo a chiederci: “noi discepoli di Gesù quale contributo possiamo dare? Il nostro compito” – ha concluso Papa Francesco rispondendo alla domanda – coincide con la missione per cui siamo stati scelti da Dio: è «l’annuncio del Vangelo, che oggi più che mai si traduce soprattutto nell’andare incontro alle ferite dell’uomo, portando la presenza forte e semplice di Gesù, la sua misericordia consolante e incoraggiante“.
Carissimo fratello, ma cosa ti sei fumato ??………
Io questa storia, molto fantasiosa, è la prima volta che la sento.
Dio Padre maledisse il demonio e gli predisse la sua fine. “La Donna ti schiaccerà la testa e tu gli insidierai il calcagno”.
Come puoi pensare che suo figlio Gesù Cristo sia Satana ??
La Donna può forse uccidere suo Figlio ???
Io non so chi sia afflitto da schizofrenia paranoica e assuma psicofarmaci o stupefacenti, comunque posso suggerirti di farti vedere o consigliare da qualche esorcista. Coraggio fratello non scoraggiarti Dio ama tutti i suoi figli e maggiormente chi è confuso, dubbioso o sta male.
Gli angeli sono molto belli d’aspetto, hanno un bel volto e bei capelli e indossano belle vesti e inoltre possiedono armi quali spade, lance e scudi e a volte indossano l’armatura. Gli angeli portano sul capo l’aureola che é un cerchio di luce che sta a simboleggiare il loro perfetto pensiero intelligente ed illuminato e possiedono grandi ali piene di piume e penne bianche.
I demoni sono molto brutti d’aspetto, hanno un brutto volto e sono nudi, senza vesti e con la pelle rossastra e possiedono un forcone. I demoni portano sul capo le corna che stanno ad indicare il loro pensiero ignorante come quello degli animali da soma e possiedono ali senza piume e penne.
Gli angeli e i demoni in veritá non sono nient’altro che i ricchi e i poveri.
I ricchi possedevano gli specchi fatti con l’argento e potevano prendersi cura del loro aspetto tutti i giorni usando costosissimi prodotti di bellezza e possedevano belle vesti, armature ed armi ed erano gli unici che potevano studiare e quindi possedere la conoscenza e avere un pensiero intelligente ed illuminato ed erano gli unici che potevano produrre scritture d’ogni genere e quindi avevano le penne bianche con cui scrivere.
I poveri non potevano permettersi di prendersi cura del loro aspetto e non avevano vestiti e lo stare tutto il giorno al sole a lavorare li faceva abbronzare facendogli diventare la pelle rossastra e possedevano il forcone che era il loro strumento di lavoro che poteva essere la loro unica arma e non potevano studiare e quindi il loro pensiero era ignorante come quello degli animali e perció era vietato ai poveri scrivere e non potevano possedere penne per scrivere.
Gesú venne ucciso perché si era messo a capo dei poveri e quindi fu riconosciuto dai ricchi angeli come Satana re dei demoni.
La Lancia di Longino, non é nient’altro che una penna intinta nel Corpo di Cristo che era il calamaio pieno di sangue di Dio con il quale vennero scritte dai ricchi le sacre scritture con le quali sottomettere i poveri al dominio dei ricchi attraverso la forza del controllo della psiche.
Se Gesú é Satana a capo dei poveri demoni, il Papa é Dio a capo dei ricchi angeli.
Gesú é tornato in mezzo agli uomini ma fin dalla nascita é andato contro l’impero della Chiesa e contro il Papa il quale questa volta lo ha eliminato facendolo arrestare perché era l’antiPapa e lo ha rinchiuso in psichiatria dichiarandolo folle afflitto da schizofrenia paranoide obbligandolo con la forza ad assumere pesanti psicofarmaci in modo che arrivasse a dimenticarsi di essere Gesú e di essere venuto al mondo per salvare l’umanitá dalla Chiesa e dal suo Papa e da tutto l’ordine sacerdotale.
Cristo é l’antiPapa, é l’antiChiesa e per poter salvarci dalla Chiesa e dal Papa, a volte deve essere anche l’antiDio ma soprattutto deve essere l’antiCristo.