Prendendo spunto dalla Lettura del Vangelo di Luca (Lc 21, 1-4), Papa Francesco nel corso della Santa Messa di oggi, 24 novembre 2014, ha sottolineato come la tentazione della vanità sia una presenza costante nella storia della Chiesa: la Chiesa deve brillare della luce del Signore e non di luce propria.
“A me piace vedere la Chiesa” nella figura della vedova che porta al tempio le due monete, che erano tutto quello che possedeva: “in certo senso“, ha commentato il Papa, anche la Chiesa è “un po’ vedova, perché aspetta il suo Sposo che tornerà…“. E come quella vedova che dona tutto quanto possedeva, anche la Chiesa deve dare tutta se stessa per il suo Sposo.
“Questa vedova non era importante” continua spiegando Bergoglio “il nome di questa vedova non appariva nei giornali. Nessuno la conosceva. Non aveva lauree… niente. Niente. Non brillava di luce propria“. Tutte queste cose, che secondo la mentalità di questo mondo sono dei lati negativi, sono invece, secondo il modo di vedere le cose di Gesù delle virtù.
È per questo che il Vescovo di Roma ha detto che “la grande virtù della Chiesa deve essere di non brillare di luce propria“, esattamente come la vedova che serviva il tempo portando tutto quanto possedeva in silenzio e senza grande clamore. La Chiesa deve “brillare della luce che viene dal suo Sposo. Che viene proprio dal suo Sposo. E nei secoli, quando la Chiesa ha voluto avere luce propria, ha sbagliato“.
I tanti errori della Chiesa, infatti, nascono proprio quando la Chiesa, al posto di servire Gesù, inizia a brillare di luce propria: questo “fa che la Chiesa diventi o ricca, o potente, o che cerchi il potere, o che sbagli strada, come è accaduto tante volte nella storia e come accade nelle nostre vite“.
Ma tutto questo, ha quindi aggiunto il Pontefice, accade anche nelle nostre proprie vite “quando noi vogliamo avere un’altra luce, che non è proprio quella del Signore: una luce propria“. “Tutti i servizi che noi facciamo nella Chiesa sono per aiutarci in questo, a ricevere quella luce” ha quindi concluso Papa Francesco “Quando la Chiesa è umile, quando la Chiesa è povera, anche quando la Chiesa confessa le sue miserie – poi tutti ne abbiamo – la Chiesa è fedele“.
A quel parroco “pastore di Dio” fa comodo l’addio, non importa se tradisce il suo ruolo e la “vocazione” mandando allo sbaraglio le pecorelle e svuotando la Chiesa. I suoi Superiori si adeguano. Dal Papa nessuna risposta: sa? Il cristiano che fa, cosa ne deduce?
Se alle parole non seguono i fatti, le parole vuote feriscono più di arma tagliente.
Apprendo di tante telefonate……
Appunto, dove non c’è umiltà, inutile cercare fedeltà…….
Penso per non cadere nella luce propria è da notare che tutto ciò che viene dallo Spirito Santo , ho sperimentato oltre al vangelo se si fa confronti con altri, si scopre che c’è dei pensieri che ci accomuna, cioè conferme.
E tante volte mi sono ritrovato nelle parole di Santo Padre.
Tutto ciò che si sente vivo dentro di noi viene dallo Spirito Santo.
Vorrei dire un parere al quanto riguardo del passo della vedova, che si diete tutto ciò che aveva, per cui ci richiama sul egoismo.
Dare tutto , non vuol dire che il mio dare vada ad alimentare egoismo di un altro.
Il dare deve essere un dare sano che porta bene sia per me che per altri, se no diventa un dare inutile e vana, cioè nel dare ci deve essere un beneficio.
Buona Santa Notte!
Se non lo dai spontaneamente, te lo toglie con la prepotenza. Purtroppo è la legge del più forte, che si veste in tanti modi per camuffare la sue vera essenza.
L’associativismo complice e cointerassato ai profitti fa il resto.
TUTTI TACCIONO. Il silenzio è la parola d’ordine.
Cara Teodora non ti do’ torto , purtroppo la prepotenza esiste e ammetto che la prepotenza non è sempre scontato ad affrontare dovuto alla nostra debolezza che le permettiamo.
Infatti il papa Francesco ci invita apposta che il lavoro va fatto nel Pensiero, alimentandoci della Parola del Signore, da far fronte anche da questi soprusi.
Dire no e trovare parole giuste a chi è prepotente si può fare, non è impossibile. E se si fa sul nascere è ancora meglio , questo l’ho appena sperimentato e come che calano la cresta e si allontaneranno. Non serve che li cacci o che usi violenza, anzi la porta è sempre aperta , ma con dovute maniere , cioè mettendo dei paletti. Se c’è dialogo ok se no Addio !Buona giornata
Ci sono poteri e poteri.
Se fosse sufficiente quello che dici tu, avrei risolto da un tenpo.
Qui non stiamo parlando di bazzecole alle quali basta dire di no e addio.
Sara, a quel parroco “pastore di Dio” fa comodo l’addio, non importa se tradisce il suo ruolo e la “vocazione” mandando allo sbaraglio le pecorelle e svuotando la Chiesa. I suoi Superiori si adeguano. Dal Papa nessuna risposta: sa? Il cristiano che fa, cosa ne deduce?
Prima o poi ne parleranno tutti i mass-media.
Prima o poi sarà pubblicato TUTTO quanto si è voluto sommergere nel silenzio senza DIGNITOSA soluzione.