Continuiamo a parlare di Laudato Si’, l’enciclica sull’ambiente di Papa Francesco, o meglio, come lo stesso Pontefice ha precisato, sull’ecologia umana: il primo punto che tratta l’enciclica, infatti, è proprio la corrispondenza tra crisi ambientale e crisi sociale. Stiamo vivendo infatti in un periodo nel quale non solo abbiamo dimenticato di proteggere l’ambiente, ma abbiamo anche dimenticato di proteggere le stesse persone: non è un caso che queste due cose siano accadute contemporaneamente, avvisa il Papa.
L’uomo e l’ambiente sono interconnessi ed è fondamentale comprendere questo per giungere a comprendere anche che “non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. – come ha scritto Bergoglio – Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura“.
La natura, precisa Bergoglio, ci insegna quale sia il modello industriale da seguire: quello basato sul ri-uso delle cose, sul reciclo. “le piante sintetizzano sostanze che alimentano gli animali erbivori; questi a loro volta alimentano i carnivori, che forniscono importanti quantità di rifiuti organici, i quali danno luogo a una nuova generazione di vegetali. – ha scritto il Vescovo di Roma – Al contrario, il sistema industriale, alla fine del ciclo di produzione e di consumo, non ha sviluppato la capacità di assorbire e riutilizzare rifiuti e scorie“.
La soluzione? Cambiare il modello industriale e cambiare il modo in cui utilizziamo e consumiamo le cose: non si tratta solo di usare energia prodotta da risorse rinnovabili, ma soprattutto di “adottare un modello circolare di produzione che assicuri risorse per tutti e per le generazioni future“, ha aggiunto Papa Francesco.
Si rende necessario un cambiamento, dunque, un cambiamento che prima di tutto è culturale: dobbiamo superare la cultura dello scarto. Invece “osserviamo che i progressi in questa direzione sono ancora molto scarsi“: l’umanità rimane sorda agli inviti a cambiare di stili di vita, di produzione e di consumo.
Al posto di accettare che è giunto il momento, in alcune zone del pianeta, di accettare una certa decrescita, ovvero al posto di accettare che “è indispensabile rallentare la marcia per guardare la realtà in un altro modo, raccogliere gli sviluppi positivi e sostenibili, e al tempo stesso recuperare i valori distrutti da una sfrenatezza megalomane“, si propongono come soluzione della povertà e della fame nel mondo gli organismi geneticamente modificati (OGM), vegetali o animali.
Il risultato però non è la riduzione della povertà, bensí l’aumento della stessa, con “la concentrazione di terre produttive nelle mani di pochi, dovuta alla progressiva scomparsa dei piccoli produttori, che, in conseguenza della perdita delle terre coltivate, si sono visti obbligati a ritirarsi dalla produzione diretta“, ha scritto il Papa, “l’estendersi di queste coltivazioni distrugge la complessa trama degli ecosistemi, diminuisce la diversità nella produzione e colpisce il presente o il futuro delle economie regionali“.
I compartimenti stagni, creati ad arte o anche involontariamente negli anni passati, ed una burocrazia becera hanno portato ad un allontanamento di molti agricoltori e allevatori italiani dalle campagne, con problemi evidenti per l’ambiente ed il lavoro. Oggi, per invertire la rota, ci vuole una Politica capace, che abbia coraggio di investire le risorse finanziarie disponibili in modo da creare buone condizioni di lavoro per tutti ed in particolare per i giovani. Per ricostruire non basta avere idee e parlarne, ma bisogna avere visione e cambiare i paradigmi negativi del recente passato, con umiltà ed altruismo, non avendo paura di dire sinceramente la verità. Tutti i contributi possono essere buoni, purché ci sia onestà e non solo intellettuale. Non si può dare niente per scontato. Cordialità.
mario salvatore,
purtroppo i compartimenti stagni e le burocrazie becere in ogni ambito hanno deteriorato e deteriorano le condizioni di vita, un ogni senso.
Le buone intenzioni producono effetti positivi se attuate e, per attuarle, qualcuno deve prendere l’iniziava personale e concreta perché cambino i sistemi “stagni”, arenati nei silenti intenti ed intese; altrimenti nulla è cambiato e nulla cambierà: la verità non si riferirà mai ad alcuno
Chissà cosa ne pensano delle parole del Santo Padre gli azionisti delle multinazionali responsabili del degrado denunciato dal Papa.
Caro Papa Francesco, dimostra un coraggio da leone mettendosi di traverso a potenze economiche planetarie. Perché le sue parole hanno un’eco altrettanto planetaria, quindi rappresentano una minaccia molto seria per chi, da decenni, ruba terre ai contadini, detiene il monopolio delle sementi , sperimenta su queste modificazioni genetiche e infischiandosene allegramente se il prodotto finale compromette la salute dell’uomo.
Questo è il senso morale dell’avversario che abbiamo di fronte. Definirlo “indemoniato” e un gentile eufemismo.
Le siamo vicini e preghiamo con Lei e per Lei.
Maria Grazia, papa FRANCESCO sta’ DIMOSTRANDO con i fatti un coraggio da leone, io nel mio misero piccolo ho fatto tante azioni forti e coraggiose, mi hanno isolata.Questo lo scrivo affinche’ TUTTI facciamo azioni forti e coraggiose per le nostre capacita’, che chi le fa’ non sia solo e isolato, ci siano altri , insieme, altrimenti le parole di papa Francesco saranno belle ma vuote parole, non per responsabilita’ SUA, ma’ nostra se siamo solo buoni a lamentarci. Ivana Barbonetti.
Se ho ed ho avuto sempre problemi è proprio perchè sono andata sempre controcorrente (la corrente dei vigliacchi e dei disonesti).
In effetti, le parole, anche se belle e “coraggiose” cozzeranno sempre contro le orecchie sorde. Oltre alle parole occorrono iniziative fattive che siano d’esempio e d’avvertimento. Lo so, non è semplice, ma non è semplice, anzi è impossibile, anche per gli altri, privi di qualsiasi autorità, potere e organizzazione.
Le parole non sono mai riferite a nessuno: questo è quanto comodamente si raccoglie.
Dove ci sono i sindaci, ci sono anche i parroci,
Andare controcorrente comporta dislocamento.
Naturalmente il nuovo arrivato è più che consonante con la “corrente”.
Le disposizioni dislocative avvengono in ambito clericale.
Caro Papa Francesco, ecco perché bisogna guardare nel proprio ambito, prima di andare oltre.
La mia “telenovela” rimane sempre in attesa di un’annunciata (dall’alto) “chiamata” del nuovo, che non è mai arrivata, dopo il denegato dialogo..
Caro Papa Francesco, noi preghiamo per Te, e siamo vicini…..l’annuncio arrivato dall’alto territoriale sarà mai realtà?
Con questi sistemi, a cosa si perviene e cosa si “costruisce”?! Il pericolo di crollo è l’unica certezza rimasta. Questo lo sanno proprio TUTTI: prelati e amministratori. SIA FATTA LA VOLONTA’ DI DIO!