“Ci hai fatti per Te e inquieto è il nostro cuore fino a che non riposa in te” (Sant’Agostino, Le Confessioni, I,1,1). Questo il tweet pubblicato stamattina da Papa Francesco tramite il suo account Pontifex. Il Pontefice ha voluto ricordare il passo iniziale de Le Confessioni proprio perché è in questo incipit che Sant’Agostino, ritenuto tra i grandi padri della Chiesa, ha descritto tutto di sé.
Sant’Agostino ha vissuto in modo intenso praticamente tutta la sua vita. E’ stato un grande studioso, ma è riuscito a conciliare questa sua passione per lo studio con una vita legata anche ai piaceri. Educato alla fede cattolica, si è professato convintamente cristiano soltanto quando è entrato in contatto con la Sacra Scrittura: in questo Libro trovò le risposte ai suoi interrogativi più profondi, e proprio per questo Sant’Agostino ha continuato a vivere con le Sacre Scritture sottobraccio.
Perché quei testi, oltre ad essere chiarificatori, erano per lui anche motivo di continue riflessioni teologiche e filosofiche.
Quattro anni fa, nella basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, all’apertura del Capitolo generale dell’ordine agostiniano, Francesco esortò i presenti a “mantenere vive l’inquietudine della ricerca spirituale, l’inquietudine dell’incontro con Dio e l’inquietudine dell’amore”, e quindi a prendere Sant’Agostino come un modello da seguire.
Poiché la ricerca spirituale e l’incontro del Signore portano ad un cammino che per quanto sia difficile e faticoso, non può scoraggiarci. L’inquietudine dell’amore invece ci deve spingere “ad andare incontro all’altro, senza aspettare che sia l’altro a manifestare il suo bisogno”.
La lettura del Vangelo mi riporto’ alla fede cattolica da cui mi ero allontanata per il comportamento incoerente, classista , di “potere” e chiusure in gruppi da quelli che trovai abitue’ in chiesa .
Ritrovai la gioia della fede cristiana leggendo il Vangelo, in questa consapevolezza vissuta mi batto affinche’ i sacerdoti per primi spieghino il Vangelo durante la messa, qualche accenno alle letture per far capire un poco a noi profani il senso di quanto e’ stato letto, insegnarci a viverlo nei nostri giorni, nelle realta’ cambiate, evolute e involute contemporaneamente. Che chi e’ preposto riscopra la missione a quanto fa, l’amore verso chi diede la Sua Vita per lasciare il Vangelo scritto con la Sua Vita, GESU’.