Papa Francesco al messaggio Urbi et Orbi: è nato Gesù, per il dono d’amore di Dio Padre, che «ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna». Questo evento si rinnova oggi nella Chiesa, pellegrina nel tempo: la fede del popolo cristiano rivive nella liturgia del Natale il mistero di Dio che viene, che assume la nostra carne mortale, che si fa piccolo e povero per salvarci.
I pastori dopo Maria e Giuseppe furono i primi a vedere il Salvatore, riconobbero il segno annunciato loro dagli angeli e adorarono il Bambino. Quegli uomini umili ma vigilanti sono esempio per i credenti di ogni tempo che si fidano della parola di Dio e contemplano con occhi semplici la sua gloria.
Oggi, mentre sul mondo soffiano venti di guerra e un modello di sviluppo ormai superato continua a produrre degrado umano, sociale e ambientale, il Natale ci richiama al segno del Bambino, e a riconoscerlo nei volti dei bambini, specialmente di quelli per i quali, come per Gesù, «non c’è posto nell’alloggio». Infatti vediamo Gesù nei bambini del Medio Oriente, che continuano a soffrire. In questo giorno di festa invochiamo dal Signore la pace per tutta la Terra Santa. Il Signore sostenga anche lo sforzo di quanti nella Comunità internazionale sono animati dalla buona volontà di aiutare quella martoriata terra a trovare, nonostante i gravi ostacoli, la concordia, la giustizia e la sicurezza che da lungo tempo attende.
Vediamo Gesù nei volti dei bambini siriani, ancora segnati dalla guerra che ha insanguinato il Paese in questi anni. Possa l’amata Siria ritrovare finalmente il rispetto della dignità di ogni persona, attraverso un comune impegno a ricostruire il tessuto sociale indipendentemente dall’appartenenza etnica e religiosa.
Vediamo Gesù nei bambini dell’Iraq, ancora ferito e diviso dalle ostilità che lo hanno interessato negli ultimi quindici anni, e nei bambini dello Yemen, dove è in corso un conflitto in gran parte dimenticato, con profonde implicazioni umanitarie sulla popolazione che subisce la fame e il diffondersi di malattie.
Vediamo Gesù nei bambini dell’Africa, soprattutto in quelli che soffrono in Sud Sudan, in Somalia, in Burundi, nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centroafricana e in Nigeria.
Vediamo Gesù nei bambini di tutto il mondo dove la pace e la sicurezza sono minacciate dal pericolo di tensioni e nuovi conflitti. Preghiamo che nella penisola coreana si possano superare le contrapposizioni e accrescere la fiducia reciproca nell’interesse del mondo intero.
A Gesù Bambino affidiamo il Venezuela perché possa riprendere un confronto sereno tra le diverse componenti sociali a beneficio di tutto l’amato popolo venezuelano. Vediamo Gesù nei bambini dell’Ucrina che patiscono le violenze del conflitto e le sue gravi ripercussioni umanitarie e preghiamo perché il Signore conceda al più presto la pace a quel caro Paese.
Vediamo Gesù nei bambini i cui genitori non hanno un lavoro e faticano a offrire ai figli un avvenire sicuro e sereno. E in quelli a cui è stata rubata l’infanzia, obbligati a lavorare fin da piccoli o arruolati come soldati da mercenari senza scrupoli.
Vediamo Gesù nei molti bambini costretti a lasciare i propri Paesi, a viaggiare da soli in condizioni disumane, facile preda dei trafficanti di esseri umani. Attraverso i loro occhi vediamo il dramma di tanti migranti forzati che mettono a rischio perfino la vita per affrontare viaggi estenuanti che talvolta finiscono in tragedia.
Rivedo Gesù nei bambini che ho incontrato durante il mio ultimo viaggio in Myanmar e Bangladesh, e auspico che la Comunità internazionale non cessi di adoperarsi perché la dignità delle minoranze presenti nella Regione sia adeguatamente tutelata. Gesù conosce bene il dolore di non essere accolto e la fatica di non avere un luogo dove poter poggiare il capo. Il nostro cuore non sia chiuso come lo furono le case di Betlemme.
Cari fratelli e sorelle,
anche a noi è indicato il segno del Natale: «un bambino avvolto in fasce…» (Lc 2,12). Come la Vergine Maria e san Giuseppe, come i pastori di Betlemme, accogliamo nel Bambino Gesù l’amore di Dio fatto uomo per noi, e impegniamoci, con la sua grazia, a rendere il nostro mondo più umano, più degno dei bambini di oggi e di domani.
A voi, cari fratelli e sorelle, giunti da ogni parte del mondo in questa Piazza, e a quanti da diversi Paesi siete collegati attraverso la radio, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione, rivolgo il mio cordiale augurio.
La nascita di Cristo Salvatore rinnovi i cuori, susciti il desiderio di costruire un futuro più fraterno e solidale, porti a tutti gioia e speranza. Buon Natale!
Carissimo Papa Francesco, vorrei chiederti una cortesia, quando potrò finalmente avere il piacere e l’onore di visitarti, vorrei pregarti (per accertare la mia identità), di esigere da me la visualizzazione di tutti i seguenti miei documenti: (1)CARTA D’IDENTITA’ N°-AV4985876 rilasciata dal Comune di Belpasso in data 24-02-2015 a nome di Nicoloso Salvatore nato a Belpasso il 23-10-1961, ivi residente in Via Dei Vespri n.11, stato civile “libero”, professione “geometra”, statura 1,83, capelli brizzolati, occhi castani, segni particolari “nessuno”, scadenza 23-10-2025. (2)PATENTE DI GUIDA N°-CT2412491T (LSYT7L) valida fino al 20-04-2021, nessuna prescrizione. (3)PASSAPORTO N°-B463671, data di rilascio 29-12-2003, data di scadenza 28-12-2013 (scaduto), nel passaporto c’è solo un visto (visa for Bangladesh del 17-02-2005). (4)TESSERA SANITARIA sempre a mio nome, data di scadenza 29-11-2022, con il mio codice fiscale – NCLSVT61R23A766O. (5)I MIEI NUMERI DI TELEFONO, quello di casa 095-913691, cellulare 347-7253772 (fare la prova del telefono). Nel ringraziarti immensamente per tutto quello che fai per me, T’invio affettuosi saluti con abbracci, baci e carezze.
Belpasso 28-12-2017 Salvatore Nicoloso
P.S.: Pare che i miei nemici abbiano un mio sosia (cioè una persona che mi rassomiglia moltissimo) per cui Ti prego, Santo Padre, di esigere da me la visualizzazione di tutti i miei documenti di cui sopra.
Inoltre volevo dirti che, da quasi un mese, ho inviato la richiesta per partecipare alla Messa a Santa Marta ma ancora non ho avuto alcuna notizia. Papa Francesco, non potresti chiedere Tu?
Belpasso 28-12-2017 Salvatore Nicoloso