Il messaggio della prima domenica della Quaresima si concentra proprio sui quaranta giorni passati da Gesù nel deserto, così come racconta il Vangelo di Marco.
E proprio lo Spirito Santo ha spinto il Cristo nel deserto, “ lo Spirito Santo, disceso su di Lui subito dopo il battesimo ricevuto da Giovanni nel fiume Giordano, lo stesso Spirito ora lo spinge ad andare nel deserto, per affrontare il Tentatore, per lottare contro il diavolo. L’intera esistenza di Gesù è posta sotto il segno dello Spirito di Dio, che lo anima, lo ispira, lo guida. ”
È un cammino che ci accompagna direttamente verso la Pasqua, attraverso questo deserto simbolico che “ è il luogo dove Dio parla al cuore dell’uomo, e dove sgorga la risposta della preghiera, cioè il deserto della solitudine, il cuore staccato da altre cose e solo, in quella solitudine, si apre alla Parola di Dio-ma non solo- è anche il luogo della prova e della tentazione, dove il Tentatore, approfittando della fragilità e dei bisogni umani, insinua la sua voce menzognera, alternativa a quella di Dio. ”
Questa parte del Vangelo ci ricorda cosa siamo noi cristiani, sottolinea il Pontefice: “ la vita del cristiano, sulle orme del Signore, è un combattimento contro lo spirito del male– però è importante tenere a mente un particolare- nelle tentazioni Gesù mai dialoga con il diavolo, mai. Nella sua vita Gesù mai ha fatto un dialogo con il diavolo, mai. O lo scaccia via dagli indemoniati o lo condanna o fa vedere la sua malizia, ma mai un dialogo. […] La tentazione è di dialogare con lui, come ha fatto Eva; e se noi entriamo in dialogo con il diavolo saremo sconfitti. ”
Ed ecco che lo Spirito Santo, nella Quaresima, ci spinge a meditare nel deserto, in noi stessi, per rinnovare “ le promesse del nostro Battesimo: rinunciare a Satana, a tutte le sue opere e a tutte le sue seduzioni. ”