Nel corso dell’udienza generale di mercoledì 12 giugno 2019 il Santo Padre ha sottolineato l’importanza del discernimento comunitario e ha ricordato a tutti i presenti come nel DNA della comunità cristiana siano presenti tanto la libertà di sé stessi quanto l’unità. Tali fattori permettono di non attaccarsi alle cose e di diventare testimoni di Dio vivente.
L’esortazione di Papa Francesco è stata “uscire dagli atteggiamenti autoreferenziali, rinunciare a trattenere i doni di Dio e non cedere alla mediocrità, per riscoprire la bellezza di testimoniare Cristo Risorto”. Successivamente il Papa ha ricordato che dopo gli eventi dolorosi della Passione, gli Apostoli del Signore non sono più dodici, ma undici, in quanto non c’è più Giuda che, schiacciato dal rimorso del tradimento, si è tolto la vita. Giuda, ha detto il Papa, “ha smesso di essere discepolo e si è posto al di sopra del Maestro. Lo ha venduto e con il prezzo del suo delitto ha acquistato un terreno, che non ha prodotto frutti ma è stato impregnato del suo stesso sangue”.
Gli Apostoli ci hanno insegnato come non attaccarsi mai alle cose ed ai doni, divenendo così martyres, cioè testimoni luminosi del Dio che vive ed opera nella storia. Gli Apostoli, ha aggiunto ancora il Papa, manifestano negli Atti degli Apostoli lo stile del Signore. Sono, cioè, i testimoni dell’opera di salvezza e attraverso la grazia dell’unità, fanno emergere il Signore Gesù.
1 pensato per “Rinunciare a trattenere i doni di Dio e non cedere alla mediocrità”