Rispondere al male con il bene è uno degli elementi chiave della “rivoluzione cristiana” che Gesù insegna: si tratta di un superamento della legge del taglione che non implica un diniego della giustizia ma la realizzazione di una giustizia superiore, ispirata alla Misericordia del Padre, e volta a non fomentare la vendetta.
La tentazione, infatti, quando rispondiamo a un torto che abbiamo subito non è quella di cercare la vera giustizia ma è quella di cercare vendetta. Gesù, invece, ci invita a “distinguere tra giustizia e vendetta“. Come si fa questo? “Gesù non chiede ai suoi discepoli di subire il male – ha spiegato il Vescovo di Roma durante la propria riflessione prima della preghiera mariana dell’ – anzi, chiede di reagire, però non con un altro male, ma con il bene. Solo così si spezza la catena del male“.
“La rappresaglia non porta mai alla risoluzione dei conflitti. – ha commentato Francesco – ”Tu me l’hai fatta, io te la farò”: questo mai risolve un conflitto, e neppure è cristiano“.
Va da sé che, reagire con il bene quando si riceve del male, “può comportare anche la rinuncia ad un legittimo diritto“, e in tal senso Gesù stesso “ne dà alcuni esempi: porgere l’altra guancia, cedere il proprio vestito o il proprio denaro, accettare altri sacrifici…“, ha sottolineato Bergoglio, “ma questa rinuncia non vuol dire che le esigenze della giustizia vengano ignorate o contraddette; no, al contrario, l’amore cristiano, che si manifesta in modo speciale nella misericordia, rappresenta una realizzazione superiore della giustizia“.
In ottica cristiana, dunque, seguendo l’insegnamento di Gesù, “ci è consentito di chiedere giustizia; è nostro dovere praticare la giustizia. Ci è invece proibito vendicarci o fomentare in qualunque modo la vendetta, in quanto espressione dell’odio e della violenza“.
“Quando parliamo di “nemici” non dobbiamo pensare a chissà quali persone diverse e lontane da noi; parliamo anche di noi stessi, che possiamo entrare in conflitto con il nostro prossimo, a volte con i nostri familiari. Quante inimicizie nelle famiglie, quante! Pensiamo a questo.“, ha dunque concluso Papa Francesco, “Nemici sono anche coloro che parlano male di noi, che ci calunniano e ci fanno dei torti. E non è facile digerire questo. A tutti costoro siamo chiamati a rispondere con il bene“.
Carissimo Papa Francesco, volevo chiederti una cortesia, e cioè quando mi mandi il Tuo dono puoi farmi un cenno, una frase o qualsiasi altra cosa in modo che io capisca che è stato inviato.
Ti ringrazio anticipatamente e T’invio i miei più affettuosi saluti.