Durante il suo viaggio apostolico in Papua Nuova Guinea, Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa nello stadio “Sir John Guise” di Port Moresby, portando un messaggio di speranza e incoraggiamento al popolo papuano. Le parole del Pontefice, ispirate dalle Sacre Scritture, sono state un invito a non lasciarsi sopraffare dalle difficoltà e a trovare forza nella vicinanza di Dio.
La prima esortazione che ha voluto trasmettere ai fedeli è stata tratta dal libro del profeta Isaia: «Coraggio, non temete!» (Is 35,4). Questo messaggio, rivolto a chi si sente smarrito, è stato al centro dell’omelia di Papa Francesco, che ha ricordato come Dio venga a salvarci anche nelle situazioni più difficili. Isaia prosegue: «Si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi» (Is 35,5), parole che trovano compimento in Gesù Cristo.
Nel Vangelo di Marco, Papa Francesco ha sottolineato due elementi cruciali: la lontananza del sordomuto e la vicinanza di Gesù. Il sordomuto, descritto come un uomo geograficamente e spiritualmente distante, vive in una “periferia”, sia fisica che esistenziale. “Quest’uomo è tagliato fuori dal mondo, è isolato, è prigioniero della sua sordità e del suo mutismo” ha detto il Pontefice, evidenziando come questa condizione possa riflettere anche una lontananza dal cuore, una sordità interiore che ci impedisce di ascoltare Dio e i nostri fratelli.
Papa Francesco ha avvertito che spesso, a chiuderci, non sono solo le orecchie e la lingua, ma il cuore stesso: “Ci sono una sordità interiore e un mutismo del cuore che dipendono da tutto ciò che ci chiude in noi stessi, ci chiude a Dio, ci chiude agli altri” ha spiegato, riferendosi all’egoismo, all’indifferenza, alla paura e al risentimento.
In risposta a questa condizione di lontananza, Dio offre la sua vicinanza attraverso Gesù. “Dio vuole mostrare anzitutto questo: che Egli è il Dio vicino, il Dio compassionevole, che si prende cura della nostra vita, che supera tutte le distanze” ha affermato il Papa. Gesù, andando incontro al sordomuto nelle periferie, dimostra come il Signore venga a noi anche quando ci sentiamo isolati.
Papa Francesco ha poi rivolto un messaggio diretto al popolo papuano: “E voi, fratelli e sorelle, che abitate questa terra così lontana… voi siete uniti, uniti nello Spirito Santo, uniti nel Signore!” Ha esortato i presenti ad aprirsi a Dio, ai fratelli e al Vangelo, ricordando loro che il Signore invita tutti a non avere paura: “Coraggio, non temere, popolo papuano! Apriti! Apriti alla gioia del Vangelo, apriti all’incontro con Dio, apriti all’amore dei fratelli.”
Infine, il Papa ha invocato la figura del Beato Giovanni Mazzucconi, missionario in Papua Nuova Guinea, come esempio di fedeltà e dedizione alla proclamazione del Vangelo. “Egli ha portato Cristo in mezzo a voi, perché nessuno restasse sordo dinanzi al gioioso Messaggio della salvezza, e a tutti si potesse sciogliere la lingua per cantare l’amore di Dio” ha concluso il Pontefice, invitando tutti a seguire questo esempio di fede e comunione.