Papa Francesco durante l’ ha sottolineato come nella Domenica delle Palme, in cui si celebra l’entrata esultante a Gerusalemme di Gesù, la Liturgia ci presenti la Passione di Nostro Signore: Gesù, che entra come un Re in Gerusalemme, ci accompagna lungo un percorso di spogliazione, di diminuzione che lo porterà, nelle ultime ore della vita ad annullarsi completamente.
Lui, che era Re, e che come tale viene accolto dal popolo di Gerusalemme, verrà poi venduto tradito, falsamente accusato, insultato, frustato, preferito a un omicida, inchiodato sulla croce e infine marchiato con l’infamia da una esecuzione riservata alla feccia della società. Fa molto riflettere tutto questo poiché Gesù, anche nelle nostre vite, entra con il medesimo entusiasmo e i fedeli nel ripetere il gesto della processione, “agitando le palme e i rami di ulivo“, ha spiegato Bergoglio, fanno proprio l’entusiasmo della folla, esprimono “la lode e la gioia, il desiderio di ricevere Gesù che viene a noi“.
“Ma la Liturgia di oggi ci insegna che il Signore non ci ha salvati con un ingresso trionfale o mediante potenti miracoli. – ha subito aggiunto Bergoglio – L’apostolo Paolo, nella seconda Lettura, sintetizza con due verbi il percorso della redenzione: «svuotò» e «umiliò» sé stesso (Fil 2,7.8). Questi due verbi ci dicono fino a quale estremo è giunto l’amore di Dio per noi. – ha aggiunto il Papa – Gesù svuotò sé stesso: rinunciò alla gloria di Figlio di Dio e divenne Figlio dell’uomo, per essere in tutto solidale con noi peccatori, Lui che è senza peccato. Non solo: ha vissuto tra noi in una «condizione di servo» (v. 7): non di re, né di principe, ma di servo. Quindi si è umiliato, e l’abisso della sua umiliazione, che la Settimana Santa ci mostra, sembra non avere fondo“.
È il ““, di cui più volte il Vescovo di Roma ha parlato in questi giorni: a dare il via a questo farsi piccolo di Gesù è la lavanda dei piedi nella quale “ci ha mostrato con l’esempio che noi abbiamo bisogno di essere raggiunti dal suo amore, che si china su di noi – ha commentato il Papa – non possiamo farne a meno, non possiamo amare senza farci prima amare da Lui, senza sperimentare la sua sorprendente tenerezza e senza accettare che l’amore vero consiste nel servizio concreto“.
Tuttavia, ricorda Francesco, l’umiliazione della lavanda dei piedi “è solo l’inizio. L’umiliazione che Gesù subisce si fa estrema nella Passione“. È in questa spirale di annientamento nella quale Gesù “prova sulla sua pelle anche l’indifferenza, perché nessuno vuole assumersi la responsabilità del suo destino. – ha commentato il Papa – E penso a tanta gente, a tanti emarginati, a tanti profughi, a tanti rifugiati, a coloro dei quali molti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino“.
“La solitudine, la diffamazione e il dolore non sono ancora il culmine della sua spogliazione. Per essere in tutto solidale con noi, sulla croce sperimenta anche il misterioso abbandono del Padre. Nell’abbandono, però, prega e si affida: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). – ha ulteriormente aggiunto – Appeso al patibolo, oltre alla derisione, affronta l’ultima tentazione: la provocazione a scendere dalla croce, a vincere il male con la forza e a mostrare il volto di un dio potente e invincibile. Gesù invece, proprio qui, all’apice dell’annientamento, rivela il volto vero di Dio, che è misericordia. Perdona i suoi crocifissori, apre le porte del paradiso al ladrone pentito e tocca il cuore del centurione“.
“Può sembrarci tanto distante il modo di agire di Dio, che si è annientato per noi, mentre a noi pare difficile persino dimenticarci un poco di noi. – ha dunque concluso Francesco – Vi invito in questa settimana a guardare spesso questa “cattedra di Dio”, – che è il crocefisso – per imparare l’amore umile, che salva e dà la vita, per rinunciare all’egoismo, alla ricerca del potere e della fama. Con la sua umiliazione, Gesù ci invita a camminare sulla sua strada. Rivolgiamo lo sguardo a Lui, chiediamo la grazia di capire almeno qualcosa di questo mistero del suo annientamento per noi; e così, in silenzio, contempliamo il mistero di questa Settimana“.
Grazie GESU’, grazie del TUO amore per noi, grazie per Papa Francesco, grazie per ogni TUO sacerdote, grazie per quanto ci Hai dato e ancora Ci dai, grazie GESU’, grazie Maria, grazie Giuseppe, grazie DIO PADRE.
Ivana Barbonetti.
Io mi debbo svuotare per essere umile ed amare veramente mia moglie.
Fino ad ora io ho cercato l’immagine. Ero superbo su di me.
Ora Signore ti prego, concedimi la forza della tua umiltà d’amore
Bellissima omelia. Il Papa ci indica la strada per costruire una umanità ideale, purtroppo siamo ancora molto lontani e la preparazione alla Pasqua dovrebbe aiutarci a migliorare, ma troppo pochi si preparano. Attenzione a confondere l’umiltà con l’alienazione, può essere molto pericoloso e non si può prescindere dal contesto. Abbiamo abbandonato il Paradiso e ritornarci non è facile per nessuno, nelle società dell’umana sopravvivenza. Comunque la nostra vita terrena bisogna viverla fino in fondo, Dio ci indica, in tanti modi, la strada e…nulla avviene per caso, se non nel nostro modo di pensare.Buona giornata a tutti.
Ay! Su Santísima, y qué debe hacer una persona si la fama le ha sido impuesta por Dios, cuando a esa persona no le gusta la fama ? Contra la voluntad de Dios es inútil luchar, Él, El Todopoderoso hará que se cumpla su voluntad. Es lo inevitable. Buenas noches, Padre Santo.