Il 2 ottobre, in occasione della memoria liturgica dei Santi Angeli Custodi, Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa, inaugurando anche la Sessione plenaria del Sinodo dei Vescovi. Durante l’omelia, il Santo Padre ha offerto una riflessione profonda basata su tre immagini: la voce, il rifugio e il bambino.
La voce è la prima immagine su cui si concentra il Papa. Ricordando il cammino del popolo di Israele verso la Terra Promessa, Francesco invita i fedeli a mettersi in ascolto della “voce dell’angelo” che Dio ha mandato per guidare il suo popolo. Anche il Sinodo, spiega, è un cammino, un’opportunità per ascoltare e discernere insieme quale via percorrere per giungere là dove Dio ci vuole portare. Il Papa sottolinea che, per ascoltare davvero la “voce dell’angelo”, è necessario purificare la mente e il cuore attraverso la preghiera e la riflessione sulla Parola di Dio. Questa voce non appartiene a chi presume di possedere una verità esclusiva, ma è un dono che va accolto con semplicità e gratitudine, pronto a essere condiviso per il bene comune: “Ogni parola va accolta con gratitudine e con semplicità, per farsi eco di ciò che Dio ha donato a beneficio dei fratelli”.
Successivamente, il Pontefice introduce la seconda immagine, il rifugio, rappresentato dalle ali che custodiscono: “sotto le sue ali troverai rifugio” (Sal 91,4). Il simbolo delle ali non è solo un’immagine di protezione divina, ma anche un modello per l’assemblea sinodale. Papa Francesco elogia coloro che, con le loro riflessioni e intuizioni, sollevano gli altri e mantengono salda la fede di fronte alle sfide. Tuttavia, il vero spirito del Sinodo, sottolinea, non risiede nell’arroganza o nell’isolamento delle proprie idee, ma nell’apertura e nella capacità di accogliere e proteggere gli altri: “È un dono l’aprirsi, un dono che va unito, a tempo opportuno, alla capacità di rilassare i muscoli e di chinarsi, per offrirsi gli uni agli altri come abbraccio accogliente e luogo di riparo”.
Infine, il Papa giunge alla terza immagine, il bambino. Gesù stesso, nel Vangelo, “mette il bambino nel mezzo” dei suoi discepoli, invitandoli a farsi piccoli per entrare nel Regno dei Cieli. Francesco richiama questo paradosso fondamentale: il Sinodo ci chiede di essere “grandi” nelle nostre vedute e nelle nostre riflessioni, ma allo stesso tempo, per essere davvero all’altezza del compito che ci è affidato, dobbiamo abbassarci, come fanno i bambini, e accoglierci con umiltà. “Il più alto nella Chiesa è quello che si abbassa di più”.
Papa Francesco conclude la sua omelia invitando tutti i membri del Sinodo a unirsi a lui domenica prossima, durante la recita del Rosario presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, per invocare la pace. Inoltre, ha proclamato una giornata di preghiera e digiuno per la pace nel mondo il 7 ottobre. “Camminiamo insieme. Mettiamoci in ascolto del Signore. E lasciamoci condurre dalla brezza dello Spirito”, ha esortato il Papa.
Queste parole, forti e spiritualmente profonde, richiamano l’importanza della comunione e del discernimento nel contesto ecclesiale, in un tempo storico che richiede unità e apertura al progetto di Dio per l’umanità.