È la seconda domenica di Quaresima, e all’Angelus il Pontefice illustra il momento della Trasfigurazione, quando Gesù mostra la sua natura di figlio di Dio, la sua bellezza.
Ma questa bellezza, chiede il Santo Padre, in cosa consiste? Di cosa si tratta? Cosa vedono in realtà i discepoli presenti? “Vedono la luce della santità di Dio risplendere nel volto e nelle vesti di Gesù, immagine perfetta del Padre. Si rivela la maestà di Dio, la bellezza di Dio. Ma Dio è Amore, e dunque i discepoli hanno visto con i loro occhi la bellezza e lo splendore dell’Amore divino incarnato in Cristo. Hanno avuto un anticipo del paradiso!”
E Gesù con questo atto vuole prepararli a ciò che sta per succedere, a quando sulla croce sarà irriconoscibile; affinché continuino a vedere in lui la stessa bellezza. Che serve a indicare la strada poiché “Cristo è la luce che orienta il cammino, come la colonna di fuoco per il popolo nel deserto”. Cosa vuole insegnarci questo passo del Vangelo? Che “è importante stare con Gesù, anche quando non è facile capire tutto quello che dice e che fa per noi. È stando con Lui, infatti, che impariamo a riconoscere sul suo volto la bellezza luminosa dell’amore che si dona, anche quando porta i segni della croce”.
Lo stesso amore che possiamo scorgere nei volti di chi ci circonda, la stessa luce. Così possiamo “portare anche agli altri la luce che abbiamo ricevuto, con le opere concrete dell’amore, tuffandoci con più generosità nelle occupazioni quotidiane, amando, servendo e perdonando con più slancio e disponibilità. La contemplazione delle meraviglie di Dio, la contemplazione del volto di Dio, della faccia del Signore, ci deve spingere al servizio degli altri”. Facciamo quindi la giusta scelta tra la luce del Signore che ci riempie il cuore, e “il fuoco di paglia degli idoli”.