All’Angelus il Pontefice invita a riflettere sulla risposta che Gesù dà ad un uomo che gli chiede se siano in molti a salvarsi: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta ”. Cosa intendeva?
Si sarebbe portati a pensare che essendo stretta sia accessibile a pochi, contrariamente a quanto da Lui insegnato; in realtà poi Gesù aggiunge che saranno in molti a varcare questa porta. Cos’è dunque? Cosa vuol dire?
“Gesù trae l’immagine dalla vita del tempo e probabilmente si riferisce al fatto che, quando arrivava la sera, le porte della città venivano chiuse e ne restava aperta una sola, più piccola e più stretta: per rientrare a casa si poteva passare solo di lì – spiega Francesco, e aggiunge – Pensiamo allora a quando Gesù dice: ‘Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato‘ ” (Gv 10,9). Per poter raggiungere il Regno l’unico modo è vivere a misura di Gesù.
“Il metro di misura è Gesù e il suo Vangelo: non quello che pensiamo noi, ma quello che ci dice Lui. E allora si tratta di una porta stretta non perché sia destinata a pochi, no, ma perché essere di Gesù significa seguirlo, impegnare la vita nell’amore, nel servizio e nel dono di sé come ha fatto Lui, che è passato per la porta stretta della croce”. E ci sono tante persone che seguono questa porta stretta.
“Pensiamo a chi soffre a motivo della fede, ma continua a pregare e ad amare; pensiamo a quanti, anziché seguire i propri istinti, rispondono al male con il bene, trovano la forza di perdonare e il coraggio di ricominciare. Gente che non sceglie la porta larga del proprio comodo, ma la porta stretta di Gesù, di una vita spesa nell’amore. Costoro, dice oggi il Signore, saranno riconosciuti dal Padre molto più di quelli che si credono già salvati e, in realtà, nella vita sono ‘operatori di ingiustizia‘ ”. E noi, da che parte stiamo?