E’ la prima domenica del nuovo anno, e attraverso l’Angelus il Pontefice ci parla del Figlio di Dio prima che venisse sulla terra per noi, prima ancora che nascesse, quando già era in cielo, e lo fa attraverso il Vangelo di Giovanni che inizia proprio così “in principio era il Verbo.”
Con la stessa espressione con cui inizia tutto il racconto biblico, e il Vangelo di oggi, spiega Papa Francesco, “ dice che Colui che abbiamo contemplato nel suo Natale, come bambino, Gesù, esisteva prima: prima dell’inizio delle cose, prima dell’universo, prima di tutto. Egli è prima dello spazio e del tempo. -In Lui era la vita-(Gv 1,4) prima che la vita apparisse. ”
E c’è un motivo se Giovanni lo chiama Verbo ovvero Parola, che “ si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” questo infatti indica una cosa molto importante “ la parola carne indica la nostra condizione umana in tutta la sua debolezza, in tutta la sua fragilità. Ci dice che Dio si è fatto fragilità per toccare da vicino le nostre fragilità. Dunque, dal momento che il Signore si è fatto carne, niente della nostra vita gli è estraneo. ”
Un bellissimo messaggio questo! “Caro fratello, cara sorella, Dio si è fatto carne per dirci […] che ci ama proprio lì, nelle nostre fragilità, nelle tue fragilità; proprio lì, dove noi ci vergogniamo di più” e non si è mai tirato indietro, non ha mai smesso “ si è unito per sempre alla nostra umanità. ”
Gesù si è reso simile a noi perché “ vuole che noi condividiamo con Lui gioie e dolori, desideri e paure, speranze e tristezze, persone e situazioni. Facciamolo, con fiducia: apriamogli il cuore, raccontiamogli tutto” questa l’esortazione di Bergoglio “ e senza timore invitiamolo da noi, a casa nostra, nella nostra famiglia. E anche – ognuno lo sa bene – invitiamolo nelle nostre fragilità. Invitiamolo, che Lui veda le nostre piaghe. Verrà e la vita cambierà. ”