Il Giubileo dei Giovani, con oltre 60.000 giovani giunti da tutta Italia ed Europa per festeggiare con Papa Francesco questo Anno Santo della Misericordia, ha riempito strade e piazze di Roma: tra gli eventi inattesi della giornata, che hanno contribuito ad aumentare ancora di più la gioia, la presenza del Pontefice tra i padri confessori.
In una Piazza San Pietro trasformata in un grande luogo di confessione, tra gli oltre 150 sacerdoti che dispensavano il Sacramento della Confessione ai tanti fedeli, particolarmente giovani visto che in questi giorni vi è appunto il Giubileo dei Giovani, è arrivato Papa Francesco, che, dalle 11.30 alle 12.45, ha confessato 16 ragazzi.
Sempre ai giovani è stato dedicato il messaggio su Twitter di oggi, nel quale Francesco ha scritto: “Cari ragazzi e ragazze i vostri nomi sono scritti nel cielo, nel cuore misericordioso del Padre. Siate coraggiosi, controcorrente!”.
Dopo aver ricevuto la confessione, i giovani che stanno partecipando al Giubileo hanno quindi attraversato la Porta Santa, dopo esservi giunti in pellegrinaggio partendo da Castel Sant’Angelo e percorrendo Via della Conciliazione: un passaggio, questo, da cui il Papa è voluto partire nel suo videomessaggio trasmesso in occasione della Festa all’Olimpico, tenutasi nella serata, che è stata un susseguirsi di cantanti e testimonianze.
“Non dimenticate che la Porta indica l’incontro con Cristo, che ci introduce all’amore del Padre e ci chiede di diventare misericordiosi, come Lui è misericordioso”, ha dunque detto Bergoglio ai giovani. Quindi facendo espresso riferimento alla bandana che è stata consegnata ai giovani partecipanti e che riporta opere di misericordia corporale concrete, Francesco ha ricordato come queste appartengono alla vita di tutti i giorni e “permettono di riconoscere il volto di Gesù nel volto di chi incrocia il nostro cammino, soprattutto i più deboli: profughi, forestieri, ammalati“.
“Essere misericordiosi“, ha inoltre aggiunto Bergoglio, “vuol dire anche essere capaci di perdono. E questo non è facile, eh?“. Perdonare, ma anche chiedere scusa quando siamo noi stessi a lasciarsi trasportare dalle emozioni: “può succedere che, a volte, in famiglia, a scuola, in parrocchia, in palestra o nei luoghi di divertimento qualcuno ci possa fare dei torti e ci sentiamo offesi; oppure in qualche momento di nervosismo possiamo essere noi ad offendere gli altri. Non rimaniamo con il rancore o il desiderio di vendetta!“, ha dunque detto Francesco, e anche impariamo a chiedere scusa.
La vera felicità è stare con Gesù: “Ragazzi, quante volte mi capita di dover telefonare a degli amici, però succede che non riesco a mettermi in contatto perché non c’è campo. Sono certo che capita anche a voi, che il cellulare in alcuni posti non prenda… – ha dunque concluso Papa Francesco – Bene, ricordate che se nella vostra vita non c’è Gesù è come se non ci fosse campo! Non si riesce a parlare e ci si rinchiude in se stessi. Mettiamoci sempre dove si prende! La famiglia, la parrocchia, la scuola, perché in questo mondo avremo sempre qualcosa da dire di buono e di vero“.